Novaradio Città Futura
La radio comunitaria dell’Arci di Firenze
FM 101.5 Firenze e area metropolitana
FM 87.8 Mugello
Tel 055 0351664
Piazza de’ Ciompi 11
50122 Firenze
Il Cielo e la Stanza #06 - Il carcere della Dogaia di Prato Redazione Novaradio
*
Cinque detenuti morti suicidi in cella negli ultimi dodici mesi, almeno tre episodi rilevanti di rivolte in carcere, 88 episodi di autolesionismo: sono i numeri del carcere della Dogana di Prato, in questo momento una delle situazioni più critiche nel panorama carcerario toscano. Una situazione che è figlia di molteplici fattori – dalla mancanza di spazi alla carenza di organici, alla esiguità di opportunità di formazione o lavoro – ma soprattutto del eccessivo sovraffollamento: in questo momento alla Dogaia ci sono 618 detenuti – più che a nel carcere di Sollicciano. La capienza tollerabile sarebbe di 593 posti, ma in realtà ci sono sezioni fortemente sovraffollate: si tratta in particolare delle 6 sezioni di media sicurezza, dove vivono 450 reclusi in 200 celle: “Si vive male, spesso in tre per cella e senza i 3 metri quadri a testa per detenuto – spiega Margherita Michelini, garante cittadina dei detenuti – con caldo tremendo destate e freddo d’inverno perché spesso non funziona il riscaldamento. In cinque sezioni su sei le docce sono in comune, spesso l’acqua non arriva neppure, o arriva fredda. Ci sono le cimici nei letti, e gli scarafaggi d’estate”.
Alla Dogaia l’organico delle guardie penitenziarie previsto sarebbe di 315 unità ma la forza operante è 262; da anni manca un direttore e un comandante in pianta stabile, e “c’è una carenza anche di educatori, assistenti sociali, mediatori culturali, e volontari”. Scarsissime sono le opportunità di studio, formazione e lavoro: gli iscritti alla scuola sono solo il 16%, chi svolge lavoro interno ed esterno si contano sulle dita di due mani.
Le sezioni di media sicurezza sono quelle in cui si sono verificati gran parte dei suicidi, e mostrano il più alto tasso di detenuti stranieri (60%), con profilo di forte marginalità sociale. In gran parte hanno condanne di minore entità per reati connessi allo spaccio di droga. Molti di loro sono tossicodipendenti e presentano problemi psichiatrici. “E con l’approvazione del decreto sicurezza la situazione è destinata a peggiorare” prevede Michelini.