ROMA – Il Movimento 5 Stelle e i suoi vertici politici “hanno tradito le idee del Movimento spostando l’asse del governo decisamente a destra”.
A parlare è il senatore Gregorio de Falco,che dopo essersi astenuto sul voto di fiducia alla manovra finanziaria è stato chiamato a “render conto” ed già dato con un piede fuori dal movimento. Un’espulsione che appare scontata anche a De Falco, considerando il tono delle dichiarazioni rilasciate a Il Tirreno e a la Nazione non lesina critiche pesanti” ai pentastellati e al capo politico Luigi Di Maio.
“Le promesse fatte in campagna elettorale hanno a che vedere con giustizia sociale, diritti umani e redistribuzioni delle risorse” mentre ora “si parla di autonomia, di mortificazioni dei diritti umani” sottolinea l’ex “eroe” della vicenda del naufragio della Concordia, che ricorda anche la sua contrarietà alle norme del decreto sul terremoto di Ischia, che definisce “un condono puro e semplice”, mentre il decreto sicurezza Salvini “è l’abiura dei diritti umani”.
“Sulla manovra mi sono astenuto perché non è possibile votare un provvedimento così importante senza conoscerlo, e per quel poco che conoscevo non è che andasse molto bene” spiega De Falco, riferendosi al voto in tempi contingentati sul maxi-emendamento del governo che recepiva l’accordo con la Commissione Ue: “Affidi diretti più alti senza gara nella pubblica amministrazione non fa bene alla trasparenza, prorogare di 15 anni le concessioni demaniali marittime sulle spiagge non fa bene alla concorrenza».
In generale, De Falco non esita a bollare il M5s di deriva illiberale e antidemocratica: “Illiberale perché un rappresentante del popolo non può più esprimere un’opinione o un voto. Antidemocratica perché contestare a un parlamentare un’opinione è gravissimo soprattutto se questa viene mossa un membro del governo”. L’ultima stoccata è per Di Maio: “Il problema è che il capo politico non può essere contemporaneamente membro del governo o addirittura vice presidente del consiglio».