FIRENZE – Una nuova pietra d’inciampo è stata inaugurata oggi a Firenze, in via Ricasoli 24, per ricordare la vicenda di Goffredo Paggi, un ebreo nato il 25 dicembre 1913 che lavorava come ragioniere al consorzio della Bonifica del Medio Valdarno che lì aveva sede. Il 7 dicembre 1943, dopo la presunta delazione di Alessandro Benucci, un collega di lavoro, Paggi fu arrestato dalla polizia del commissariato Santa Croce di Firenze e trasferito nel carcere di San Vittore a Milano e da lì, il 30 gennaio 1944, deportato ad Auschwitz, dove morì. In occasione della cerimonia di inaugurazione, l’assessore regionale alla cultura della memoria, Alessandra Nardini, ha parlato di “un’iniziativa importante a maggior ragione in questa fase storica in cui assistiamo, come nei giorni scorsi a Roma, al riemergere di pericolosi rigurgiti nazifascisti che non possono essere sottovalutati”.
La vicenda di Goffredo Paggi è raccontata nel libro ‘La breve estate. Storia di Goffredo che nessuno poté salvare’, di Vera Paggi, ex giornalista Rai, cronista e autrice di documentari sulla storia del ‘900, lontana parente di Goffredo. “Non è un saggio storico, ma un’inchiesta giornalistica, condotta con sguardo distaccato – spiega Paggi -. È nata per caso, perché quelle ricerche, che sembrava non avrebbero dato grandi frutti, hanno invece aperto uno straordinario spaccato sulla società fiorentina dell’epoca, sul mondo scomparso dell’economia ebraica, che dava lavoro a molti cittadini, ma soprattutto racconta di gente comune che poteva fare la differenza”.