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Rossano Rossi, segretario generale della Cgil Toscana, e Alessio Gramolati, segretario generale Spi Cgil Toscana
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Bezzini su tagli sanità
FIRENZE – Un pacco con 60mila firme di cittadini e cittadine toscane, “per migliorare e salvare il servizio sanitario nazionale pubblico”, è stato consegnato oggi da Rossano Rossi, segretario generale della Cgil Toscana, e Alessio Gramolati, segretario generale Spi Cgil Toscana, al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. L’iniziativa è in appoggio al progetto di legge, approvato dalla Giunta regionale, che chiede un incremento del Fondo sanitario nazionale di circa 4 miliardi l’anno, portando al 7,5% del Pil il finanziamento annuale. “Ai cittadini e alle cittadine vanno garantite cure – affermano Rossi e Gramolati – e per farlo le Regioni devono poter assumere personale, superando i vincoli di spesa. Già ora la sanità pubblica soffre e va rafforzata, non vogliamo che in futuro la sanità sia solo un lusso da ricchi. Considerati l’aumento dei costi energetici e l’inflazione, i fondi del Governo alla sanità decrementano, e a farne le spese sono soprattutto Regioni come la Toscana a sistema fortemente pubblico”.
“La legge di stabilità non mette risorse e poi alza il tetto per la sanità privata, più c’è la questione del payback e degli altri crediti: il dubbio che ci sia il tentativo da parte del governo di far scivolare la sanità pubblica verso il privato senza dichiararlo ufficialmente c’è”, spiega l’assessore alla salute della Toscana Simone Bezzini.
E attualmente per la Regione il problema è chiudere il biolancio sanitario con molti fondi ancora mancanti: “Come chiudere il bilancio della sanità, ancora, all’inizio di dicembre, fino a che non ho certezze dal ministro, non possiamo nemmeno saperlo”, spiega Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, che il 7 dicembre incontrerà il ministro della Salute Orazio Schillaci. “La sanità in Toscana, che ha dal fondo sanitario nazionale, diviso tra le Regioni, 7,593 miliardi, in realtà ogni anno supera gli 8 miliardi. Quei 450 milioni in più derivano o da risorse che vengono da leggi vincolate o dal bilancio ordinario della Regione, e anche quest’anno ci troviamo fino all’ultimo a vedere se il bilancio della Regione può godere di spese vincolate a livello nazionale”. Per Giani però “la cosa ancora più forte è il payback farmaceutico. Ovvero noi abbiamo il riconoscimento che dobbiamo avere ogni anno una media di 100-110 milioni dalle imprese farmaceutiche che hanno superato il livello a cui è fissato il consumo di dispositivi medici. Abbiamo un credito relativo a 4 anni, non sappiamo se lo Stato ce li riconosce o non ce li riconosce. Da qui l’incontro col ministro”.
Le firme sono state raccolte fisicamente da Cgil e Spi tra ottobre e novembre, nelle proprie sedi o durante manifestazioni, iniziative pubbliche e presìdi. Da oggi fino a metà dicembre sarà possibile per tutti firmare anche online all’indirizzo change.org/impazienti, mentre sui canali social dei sindacati parte la campagna di comunicazione ‘Impazienti’. L’obiettivo è di arrivare in totale a quota 100mila firme, che saranno consegnate al Consiglio regionale.