*
TOSCANA – “Oggi è il giorno di questa settimana, dopo l’evento calamitoso, più delicato”. Dalle parole pronunciate stamani dal governatore toscano e commissario all’emergenza alluvione Eugenio Giani traspare tutta l’apprensione per l’allerta meteo arancione che incombe dalle ore 15 di oggi pomeriggio sulla Toscana, ed in particolare nelle zone della Toscana centrale già duramente colpite dalle esondazioni dei giorni scorsi. Nonostante le precipitazioni attese non siano della stessa entità di quelle di inizio novembre e che in queste ultime ore si sia lavorato alla ricostruzione e rafforzamento degli argini, il timore è che nuove piogge sul terreno zuppo e sul reticolo idrico già sotto stress, possano provocare nuove difficoltà.
Per questo molti Comuni hanno deciso ordinanze speciali a tutela della popolazione, diversi a seconda dei territori: a Montemurlo scuole chiuse da domani fino a sabato compreso; a Montale scuole chiuse a tempo indeterminato in attesa dei risultati delle verifiche dopo la caduta di intonaci. A Prato disposta la chiusura di scuole, giardini e cimiteri, dalle 15 di oggi e per tutta la giornata di domani; sospesa ogni forma di spettacolo dal vivo presso teatri, club, sale concerti, discoteche, e musei chiusi dalle 15 di oggi alle 17 di domani.
Il sindaco pratese Matteo Biffoni ha invitato i cittadini “a rimanere a casa e a limitare gli spostamenti solo a quelli effettivamente necessari e inderogabili”. Una decisione precauzionale che segue l’allerta della Sala Operativa della Protezione Civile, spiega stamani a Novaradio, senza nascondere irritazione e critiche verso la Regione – condivisa anche da altri sindaci della zona, come quello di Montelupo, Paolo Masetti – per come è stato gestito il sistema di allerta e i provvedimenti conseguenti: “Abbiamo avuto 12 allerta meteo arancione, non è che tutte le volte possiamo chiudere scuole e giardini. Perché non è possibile mettersi ad un tavolo e ragionare con i Comuni, volta per volta, quali sono i provvedimenti più utili”. E che siano omogenei: “Possibile che a Prato ci decisa una cosa e pochi chilometri di distanza delle cose differenti?”. Sugli aiuti attesi, in particolare dalle imprese dice: “Bene la rapidità del governo su dichiarazione di stato di emergenza, la nomina del commissario e prima disposnibilità dei fondi da parte del vicepremier Tajani, ma ora servono altri fondi e alla svelta: c’è da ricomprare i macchinari e far ripartire la produzione. La moda aspetta, se non lo facciamo le griffe andranno altrove”.