FIRENZE – Un lavoro nato dall’incontro tra Il Capitale di Karl Marx, la compagnia Kepler-452 e un gruppo di lavoratori metalmeccanici di una fabbrica occupata: la GKN di Campi Bisenzio. Si intitola “Il Capitale”, lo spettacolo firmato da Nicola Borghesi ed Enrico Baraldi che inaugura da giovedì 19 a domenica 22 ottobre la stagione 2023/2024 del Teatro Metastasio di Prato.
Il testo rievoca le fondamentali linee teoriche del trattato di Marx alla luce della vicenda dei 422 operai della GKN di Campi Bisenzio che, dall’estate del 2021, dopo aver ricevuto una mail che comunicava il loro licenziamento, hanno occupato la fabbrica riunendosi in assemblea permanente per impedire che venga smantellata. Colpiti dalla forza del movimento “Insorgiamo” nato dai lavoratori e subito allargatosi oltre i confini della fabbrica i due autori e registi, hanno deciso di entrare e vivere per lungo tempo nella fabbrica occupata, intervistando centinaia di operai, partecipando a picchetti, assemblee e manifestazioni e cercando di volta in volta di instaurare un dialogo creativo tra il testo di Marx e quello che succedeva al presidio.
Non solo la storia degli operai, ma i lavoratori stessi della ex-Gkn saranno protagonisti della messa in scena: il rappresentante del Collettivo di Fabbrica Dario Salvetti, il manutentore Francesco Iorio, l’operaio addetto al montaggio Felice Ieraci, e l’operaia addetta alle pulizie Tiziana De Biasio saliranno sul palco per interpretare la loro storia e discutere sull’attuale modo di produzione capitalistico dove la forza-lavoro umana è essa stessa una merce, l’unica che produce plusvalore.
“IL CAPITALE di Kepler-452 è dunque uno spettacolo che racconta cosa significa trascorrere vent’anni in fabbrica a fare dei pezzi, delle differenze tra chi lo ha fatto e chi non lo ha fatto mai, dell’estrazione di plusvalore, della chiusura di una fabbrica tra tante, di cosa succede quando un gruppo di operai decide di tentare di fare la storia, di come per qualche tempo le logiche del Capitale vengano estromesse da un perimetro di spazio, quello di uno stabilimento industriale occupato. Di come il Capitale, prima o poi torni a presentare il conto.”.
“In scena – spiega a Novaradio Enrico Baraldi – vediamo l’incontro tra due mondi che solitamente non si incontrano mai: quello dell’arte e la cultura e quello della produzione industriale.”