TOSCANA – Un mezzo passo avanti e un altro indietro. E così, dopo l’incontro di ieri a Roma tra Regione e rappresentanti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), la vertenza Gkn non si sa se davvero abbia fatto progressi o no. Dalla Regione si sottolinea come il confronto sia stato “franco e corretto”, come dire che le distanze sono siderali, a partire dalle procedure e l’iter: per il governo non è possibile convocare in “tavolo di crisi” con le parti, la Regione dissente sul punto giuridico. E su questo le posizioni non si smuovono di un millimetro.
“Almeno ieri il governo ha ammesso che non c’è alcune legge che lo impedisca e che la scelta del governo è discrezionale” spiega il consigliere speciale per e crisi aziendali della presidenza della Regione Toscana, Valerio Fabiani, parlando stamani a Novaradio. Insomma, non si convoca il tavolo perché le parti litigherebbero e basta. Il tavolo di concertazione quindi rimane al palo: nessuna data in calendario, né segnali che possa arrivare a breve la convocazione.
Un elemento positivo al termine del vertice – o meglio uno “spiraglio” – Fabiani però lo individua: la disponibilità da parte del Ministero, quantomeno ad esaminare con i propri uffici il progetto di re-industrializzazione dal basso” basato sulla produzione di cargo e-bike di ultima generazione e produzione di pannelli fotovoltaici, portato avanti negli ultimi gli ex lavoratori e il Collettivo di Fabbrica e su cui alcuni investitori istituzionali sarebbero pronti a sono pronti a convogliare 6 milioni di euro. “Il Ministero ci ha promesso che esaminerà il piano e ci farà sapere il prima possibile”. Anche in questo caso però, nessun impegno sui tempi è stato preso dal Ministero.
A questo, inoltre, si sommano le contraddittorie dichiarazioni che si leggono oggi della sottosegretaria Fausta Bergamotto, la quale stamani in un’intervista a La Nazione torna ribadire che nessun dialogo può essere instaurato fra le parti finché durerà l’ “occupazione” dello stabilimento. “Dichiarazioni che ci rimandano indietro di mesi” dice Fabiani. E mentre però si continua a disquisire a mezzo stampa sulla “inagibilità” della ex fabbrica di semiassi, e gli operai segnalano che la QF è passata per il 50% sotto il controllo di una nuova società immobiliarista (la “Tuscany Industry srl”), va avanti la procedura per il licenziamento dei 170 operai e si avvicina a grandi passi la scadenza della cassa integrazione.