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LIVORNO – Sono sbarcati ieri sera al molo 57 del porto di Livorno i 69 migranti trasportati a bordo della Life Support, la nave della ong Emergency.: 46 uomini, 5 donne, 12 minori non accompagnati, 6 minori accompagnati, provenienti da Libia, Marocco, Egitto, Siria, Sudan e Tunisia.
Tra di loro anche una una bambina disabile di quattro anni, paraplegica dalla nascita, accompagnata dalla madre, che è stata prontamente sottoposta a visita di controllo da un pediatra del Meyer inviato su disposizione dell’Asl. Dalle prime operazioni di identificazione e screening, poi, non risultano criticità mediche per quanto concerne gli altri migranti a bordo” ha detto il prefetto di Livorno, Paolo D’Attilio. Quanto ai ricollocamenti il prefetto ha precisato che “rimangono tutti in Toscana e saranno distribuiti nei vari centri di accoglienza presenti sul territorio”.
I migranti, spiega la ong, sono stati salvati in tre operazioni di soccorso distinte: il 7 ottobre recuperando 21 persone su un’imbarcazione alla deriva partita la sera prima da Tripoli, altri 21 il giorno dopo, partiti da Zwara in Libia), su una barca in legno con il motore non funzionante in acque internazionali, nella zona Sar maltese e i restanti 27 nella stessa giornata ancora nella zona Sar maltese, prelevati da un mezzo che imbarcava acqua dopo essere partiti da Sfax (Tunisia).
“Il primo salvataggio è avvenuto su segnalazione di Alarm Phone, gli altri due sono stati compiuti mentre la nave si dirigeva verso Lampedusa” spiega a Novaradio Emanuele Nannini, capo missione della Life Support. Una modalità che potrebbe esporre la nave alle sanzioni previste dalle “direttive Piantedosi”sui salvataggi multipli e che sono costate solo pochi giorni fa un fermo di 20 giorni per la nave Open Arms: “Pensiamo che il lavoro che facciamo sia fondamentale e continuiamo a farlo nella convinzione di essere nella parte del giusto. E’ sempre più difficile perché il mare è diventato un far west con la guardia costiera libica che spesso attacca le navi ong e un quadro normativo che ci costringe a muoverci sul filo del rasoio. Qualora arrivasse una sanzione siamo pronti a capire quali son le vie legali giuste per contestarla. Al momento non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione”. “Ci stiamo preparando per la prossima missione, a fine ottobre inizio novembre, periamo di tornare in mare il prima possibile – aggiunge – purtroppo l’assegnazione di porti lontani sta pesando negativamente sul nostro bilancio. Arrivare a Livorno significa 4 giorni in più di navigazione andata e ritorno, i costi solo di gasoli possono incidere fino a50 mila euro”.