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FIRENZE – Cambio di assetto societario intorno all’ex stambilimento GKN di Campi Bisenzio, al centro da mesi di una dura vertenza e un difficilissimo tentati di reindustrializzazione: la PVAR, controllante al 100% della QF, proprietaria dello stabilimento, ha ceduto la metà delle sue quote ad una nuova società neo-costituita, la “Toscany Industry srl”, che ha come oggetto sociale la “acquisizione, permuta, ristrutturazione e vendita di immobili”. A renderlo noto, a seguito di una serie di visure camerali, sono i lavoratori del Collettivo di Fabbrica ex Gkn, che lo segnalano come ulteriore passo di un disegno speculativo – da tempo denunciato dagli operai – che ha come obiettivo lo smantellamento e la vendita dell’area industriale. “Nel momento in cui l’attuale proprietà si prepara a licenziare tutti i lavoratori, lo stabilimento diventa un edificio”, lo stesso che “è stato rivalutato da 2 a 27 milioni di euro, messi a bilancio. Basta un po’ di logia per capire dove si va a parare” dice Dario Salvetti, del Collettivo di Fabbrica, parlando stamani a Novaradio.
Il tutto con l’inazione, se non addirittura la sospetta acquiescenza da parte del governo. La Toscany Industry srl, infatti, spiega il Collettivo, è a sua volta controllata al 100% da una fiduciaria (che opera per conto di terzi non noti) di banca Monte dei Paschi, istituto bancario per il 64% sotto il controllo del Ministero dell’Economia, quindi dell’esecutivo. Il governo “non capisce o fa finta di non capire: dovrebbe iniziare a smarcarsi dal sospetto, totalmente legittimo, legittimo che non facciano nulla ma che in realtà sappiano perfettamente cosa sta accadendo e cosa stanno facendo” aggiunge, chiedendo che invece sulla vicenda si attivi un “controllo sociale” e politico su quanto avviene nello stabilimento sulla vicenda perché è “una vertenza sociale, un’industria storica del territorio”, mentre la QF di Borgomeo è arrivata in base ad un accordo in cui subentrava per reindustrializzare e non ha mai chiarito se e quando ha pagato lo stabilimento”.
Domani a Roma è in programma un incontro, anche questo finito nella polemica: non un tavolo di crisi alla presenza di lavoratori, sindacati e istituzioni locali, ma un semplice “tavolo tecnico” con la Regione perché secondo il Mimit non è possibile convocarlo dato che la QF è in liquidazione. “Un precedente pericoloso, in questo modo ad una azienda basterà mettersi in liquidazione per evitare qualunque confronto” chiosa Salvetti, che si augura che “la Regione riesca a spiegare al governo la situazione”. Intanto gli operai rilanciano l’azionariato popolare a sostegno del progetto di reindustrializzazione dal basso, con un nuovo appuntamento presso lo stabilimento Gkn fissato per il 5 novembre (ore 14) per una grande assemblea aperta a tutti.