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Biffoni su CPR 25092023
PRATO – Sui CPR il governo accelera: nei giorni scorsi dal Viminale ha ribadito che “entro due mesi” sarebbero stati realizzati i Centri per il Rimpatri nelle regione che non ne hanno. E mentre si mette a punto la nuova normativa che nelle intenzioni dell’esecutivo potrebbe e permettere il trattenimento fino a 18 mesi degli stranieri, già spuntano sulla stampa le prime ipotesi sulle localizzazioni – dall’ex base nato di Rovigo all’ex Cie di Crotone.
Un tema che coinvolge direttamente la Toscana, senza CPR e fermamente contraria ad ospitarlo. E su cui interviene anche Matteo Biffoni, sindaco Pd di Prato e responsabile Anci Toscana, tra i primi e più convinti “aperturisti” verso i Centri di Rimpatrio, ma che ora “scarica” senza mezzi termini il governo. Lo fa stamani parlando ai microfoni di Novaradio: “Ora sono veramente solo” dice: “Il mio partito ha preso una posizione che capisco, ma il governo ha preso una posizione sbagliata. I CPR giudiziari, quelli che mandano via dal paese coloro che si sono macchiati di determinati reati sono un pezzo delle legge che serve. Tutto l’amministrativo è invece una schiocchezza: la badante che perde il permesso di soggiorno perché muore la persona che accudisce non può andare nel CPR, quella parte va completamente riscritta. Ma quello che non torna del progetto Meloni è che non ci possono stare 18 mesi, ma 8 giorni, essere rimpatriati velocemente. Devono essere dei centri di rimpatrio veri, non carceri mascherate”. “Inoltre – ricorda – segnalo a tutti, perché questo la Meloni non lo dice, che nei CPR ci si entra con i decreti di espulsione. Chi entra con i barconi, quelli fanno la richiesta di protezione e passano due anni. Loro (il governo, ndr) dicono: ”Ce li teniamo lì dentro’. Una follia totale, l’esatto opposto di quello che serve, lo dico anche al governo: state facendo una roba che vi ci troverete con l”acqua fino al ginocchio nel casino che creerete”.
“L’anno scorso abbiamo fatto 5.000 rimpatri” aggiunge poi Biffoni: “Anche essere generosi metti che arriviamo a quattro volte tanto, 20 mila. Sul territorio nazionale ci sono 600 mila clandestini, quest’anno ne sono arrivati già 130 mila, avranno diritto a rimanere 20/25 mila. E gli altri? E’ davvero un palliativo”. E sposa l’appello del collega Nardella al governo a discutere con i sindaci della riforma: “La Meloni dice: lontani dai centri abitati, facilmente perimetrabili, vicino alle grandi connessioni viarie. E chi lo decide? Dove? Manda i tecnici del ministero e discutiamone. Non ha capito che così si rischia di rinfilarsi in un macello: venite a parlare con i sindaci e il Terzo settore. In questo momento questa scelta non sta né in cielo né in terra.”