TOSCANA – “Le dichiarazioni di Donzelli? Non stiamo nemmeno a perdere tempo per commentarle: Donzelli ripete quel che gli è stato detto di dire ma non ha idea di cosa sta parlando”. Così Matteo Biffoni, presidente ANCI Toscana e responsabile immigrazione ANCI nazionale replica alle dichiarazioni del responsabile organizzazione FdI, che ieri, difendendo le politiche del governo sull’immigrazione ha detto che “i sindaci del Pd provano a fare campagna elettorale usando gli immigrati”. “Donzelli non ha mai amministrato un Comune, non conosce come davvero funzionano le cose” dice Biffoni, snocciolando i numeri dei flussi che pesano sulle amministrazioni locali:”Il governo – spiga Biffoni – aveva promesso a tutti porti chiusi e niente sbarchi e oggi si trova a 105 mila sbarchi contro i 49 mila dell’anno scorso. In questa situazione è intervenuto cosiddetto decreto Cutro che se possibile ha complicato il meccanismo dell’accoglienza, allontanando dai bandi i player più affidabili come Caritas e Arci che si sono tirati fuori da questo percorso.
In più c’è la questione dei minori non accompagnati a carico dei Comuni, e la sempre maggior difficoltà dei prefetti di trovare collocazione ai migranti perché gli arrivi aumentano e le uscite noi. Non solo: “E’ di pochi giorni fa la improvvida scelta di far uscire uscire dai centri chi ha una tutela qualsiasi senza sapere queste persone possono stare nelle nostre strade contribuendo a rendere ancor più incandescente la situazione. Noi siamo pronti a collaborate ma dobbiamo vedere anche dal governo la collaborazione. E non mi possono dire di stare zitto. Abbiamo visto cosa è successo a Camaiore, a Pelago, e anche nei comuni governati dal centrodestra. Chiedano loro stessi cosa succede a Pisa e in altre città governate dal centrodestra”.
Riguardo i CPR, che Donzelli continua a chiedere che venga creato anche in Toscana, Biffoni dice: “Sono eterodosso su questo, ho discusso anche con il mio partito su questo e rimango convinto che si debba fare per l’allontanamento di chi si macchia di certi reati” ma chiede anche il governo metta più soldi sui centri SAI dell’accoglienza strutturata come chiede il presidente Anci nazionale, De Caro: “Non c’è contraddizione: per me i CPR servono per espellere chi si macchia di certi reati, ma non sono la panacea: finora i rimpatri sono stati 2.500 a fronte di 105 mila arrivi. I centri SAi servono eccome, per garantire l’insegnamento della lingue e la prospettiva di una reale inclusione”. E di una cosa rimane convinto: “Va riscritta daccapo, tutti insieme, la legge sull’immigrazione Bossi-Fini del 2002, ormai obsoleta”.