TOSCANA – L’inflazione erode i salari dei toscani e la ripresa occupazionale è basata sui contratti precari: ogni dieci persone con contratto a tempo indeterminato andate in pensione ne sono stati assunti sette, il resto sono contratti atipici. Se poi l’Italia come sistema fallirà nel “mettere a terra” gli tutti investimenti del Pnrr, l’impatto sull’occupazione sarà diretto e pesante: anche solo con un PNRR realizzato al 75%, in Toscana saranno 20 mila posti di lavoro in meno.
Sono alcuni degli elementi che emergono dall’ultimo focus Ires, il centro studi della Cgil Toscana, intitolato ‘L’economia tiene? Per chi?’, presentato oggi a Firenze. Il focus, realizzato dai ricercatori Roberto Errico e Marco Batazzi, evidenzia più ombre che luci nel futuro dell’economia regionale: a fronte di un aumento del monte salari, l’inflazione riduce il 7% del reddito reale nel 2022 e del 3% nel 2023 e poiché deriva dal caro-benzina e caro-alimenti si sentirà ancor di più sui redditi fino a 2.000 euro. I numeri dell’occupazione crescono in termini assoluti, ma solo il 29% dei nuovi assunti è a tempo indeterminato; nel biennio 2022-23 i contratti stabili sono diminuiti di 55 mila unità, mentre sono cresciuti di 123 mila quelli precari. “Non è che i giovani non hanno voglia di lavorare, è che non accettano lo sfruttamento” dice Gianfranco Francese, Ires CGIL
In questa situazione, il PIL per il 2023 preved una crescita limitata all’1% (contro l’11% nazionale). Tra i settori, a tirare soprattutto l’edilizia (grazie all’onda lunga di bonus e superbonus) e i servizi, in particolare il turismo, dove però fioriscono lavori precari e sottopagati. Secondo le stime Ires l’introduzione del salario minimo legale, in Toscana, potrebbe riguardare circa 100mila lavoratori. A soffrire invece il settore industriale manufatturiero, con le grandi crisi della Toscana: dalla Jsw alla Fimer, dalla ex GKN alla ex Whirpool. E su questo la CGIL chiede anche alle Regione di agire: potenziando infrastrutture, logistica e trasporti, favorendo la buona occupazione, combattendo la rendita fondiaria e finanziaria. “Sul manifatturiero – ha spiegato Rossano Rossi, lanciamo una grande mobilitazione cui chiediamo l’appoggio di Cils e Uil in vista di una grande manifestazione a settembre, cui chiediamo anche l’appoggio della Regione”.