FIRENZE – Prosegue e si allarga la protesta dei lavoratori in appalto del servizio trasporto e consegna di Mondo Convenienza a Prato per ottenere l’applicazione del CCNL di settore e il rispetto dei basilari diritti sull’orario di 40 ore, il pagamento di trasferte, malattie e straordinari: alla mobilitazione, che ormai compie il giro di boa dei 35 giorni, aderiscono sempre più lavoratori: “Non più solo pakistani, ma anche quelli di altre nazionalità” spiega Luca Toscano, SI Cobas, che da mesi sostiene la loro lotta di fronte ad una controparte – la coop RL2 e l’appaltante Mondo Convenienza – che nell’ultimo incontro hanno detto ‘no’ a tutte le richieste, compresa l’introduzione di badge e marcatempo per monitorare le ore effettive lavorate.
“Aziende che vogliono continuare a gestire i lavoratori con turni di 10-12 ore continuative per una paga da fame” attacca ancora Toscano, che denuncia il tentativo di ricatto cui le aziende sta sottoponendo i lavoratori in sciopero.“In questi giorni c’è una pioggia di lettere disciplinari cui vien contestato di non aver collaborato con l’azienda per mantenere l’appalto, cioè di aver scioperato” e aver violato il “regolamento aziendale” che è stato fatto accettare al momento dell’assunzione. “Siamo venuti in possesso di una sua copia solo pochi giorni fa” sottolinea Toscano: “In realtà è un documento autoprodotto dall’azienda e non sottoscritto da alcun organizzazione sindacale. Un documento illegittimo che li costringe a orari infiniti, a stipendi da fame e che stabilisce il principio per cui se oggi vado in malattia perdo non solo il salario per la giornata non lavorata, ma anche una quota dello stipendio anche per le giornate lavorate nel resto del mese. Un documento che ora viene usato per attaccare il diritto di sciopero”. E su questo “contratto pirata, le cui pagine sono firmate solo dall’azienda”, i Cobas sono pronti a dare battaglia: “Lo abbiamo portato nella sede del tavolo di trattativa in Regione costringendo tutti gli attori a prenderne atto – dice Toscano – e siamo pronti ad impugnarlo in ogni sede”.