FIRENZE – Prove tecniche di dialogo inter-istituzionale sulla crisi del Maggio Musicale. Dopo il mancato incontro ieri tra il presidente della Fondazione Dario Nardella e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano ieri a Firenze – ufficialmente incompatibilità delle agende ma probabilmente perché ancora le parti sono troppo distanti, tanto che il ministro di Maggio non ha proprio voluto parlare – ieri è stato il governatore toscano Eugenio Giani a colloquio con i lavoratori del Maggio Musicale in stato di agitazione.
E la Regione in questa fase sembra svolgere il ruolo di “pontiere” tra Nardella e Sangiuliano. Il governatore ha annunciato che incontrerà il ministro il 22 giugno prossimo, in occasione dell’inaugurazione della mostra sui ritrovamenti archeologici a San Casciano dei Bagni: “Gli ho trasmesso l’appello a mettere tutti i soci intorno a un tavolo: Regione, Comune, Ministero che è protagonista, la Fondazione cassa di risparmio, la Camera di commercio, l’associazione dei privati, tutti devono dare il loro contributi per risolvere questa situazione”. ha detto.
Intanto al Maggio è stata scongiurata l’ipotesi di una clamoroso sciopero in occasione della “prima” del Falstaff, adombrata da alcune sigle, ma rimane lo stato di agitazione: prima dello spettacolo sarà inscenato un flash mob di protesta per spiegare la situazione al pubblico e sensibilizzare l’opinione pubblica. “Noi siamo noi che vogliamo far chiudere il Maggio” sottolinea a Novaradio Angelo Betti, rappresentante Fistel Cisl: “Quello che ribadiamo alle istituzioni è che non c’è più tempo. Per chiedere l’attivazione degli ammortizzatori sociali il termine tecnico ultimo è il 10 luglio”