FIRENZE – Nuovi e più intensi scambi di informazioni tra le procure di Firenze e Bologna dopo l’attacco alla tav di oggi, già in contatto a seguito dell’attentato di domenica scorsa nei pressi di Rovezzano. “Sì ci siamo sentiti con il procuratore Roberto Alfonso”, conferma il sostituto procuratore Ettore Squillace Greco, già titolare dell’inchiesta sulla molotov non esplosa, trovata il 2 dicembre a Firenze. “Verificheremo tutte le possibili connessioni”.
La tecnica usata stamani per incendiare i pozzetti elettrici sulla linea di Alta velocità a Bologna è “leggermente diversa” da quella messa in atto domenica mattina nei pressi di Firenze, “ma questo significa poco visto che su internet i metodi di costruzione di ordigni incendiari sono facilmente reperibili”. E’ quanto spiega una fonte vicina agli inquirenti fiorentini che sottolinea come le bottiglie piene di liquido infiammabile con inneschi di diavolina, utilizzate a Firenze, sia stesso meccanismo usato nel Milanese, sulla linea Milano-Torino, il 18 dicembre scorso. A Bologna stamani sono state incendiate delle coperte, “ma poco cambia”.
Al momento gli uomini della Digos di Firenze e Bologna hanno avviato contatti ma ieri da Firenze sarebbero partite alcune telefonate alla Digos di Milano. In realtà gli inquirenti lavorano sulla stessa pista, quella di persone vicine agli anarco-insurrezionalisti, “che non necessariamente sono le stesse”, che potrebbero aver preso spunto per questa escalation dal processo di Torino contro alcuni esponenti No-Tav.
Non ci sarebbe, insomma, l’ipotesi di un solo gruppo. Probabilmente “si tratta di persone diverse anche se in qualche modo collegate tra loro, con un’unica strategia”. E forse non è esatto parlare di terrorismo, “perchè questi più che il terrore puntano a diffondere disagi”. “Difficile dire cosa succederà ora – spiega la stessa fonte – certamente la guardia deve restare molto alta”.