FIRENZE – Govani, Europa e lingua italiana sono i valori fondanti su cui si muove la programmazione del Teatro della Toscana, che per il 2023/2024 porta sul palco del Teatro della Pergola autori e testi classici e contemporanei, sia italiani che stranieri, grande poesia e letteratura, drammaturgia storica e nuova drammaturgia.
Il debutto è dal 24 al 29 ottobre proprio nel segno della poesia e dell’arte attoriale con “Ezra in gabbia – o il caso Ezra Pound”, scritto e diretto da Leonardo Petrillo, uno spettacolo sull’ossessione dell’uomo Ezra Pound che difende la sua poesia, la scoperta delle incongruenze sociali e artistiche, del mondo e degli uomini. Tra gli appuntamenti principali in cartellone il 28 novembre Fabrizio Gifuni ne “I fantasmi della nostra storia”, a partire da Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini. Il 12 dicembre alla Pergola torna Elio Germano con “Il sogno di una cosa”, liberamente tratto da Pier Paolo Pasolini. Dal 5 dicembre in scena “Trappola per topi” di Agatha Christie, con Lodo Guenzi diretto da Giorgio Gallione. Il 23 gennaio è in programma il one woman show di Isabella Rossellini dal titolo “Darwin’s smile”: si tratta di un monologo che che riconcilia i mondi di arte e scienza a partire da Charles Darwin e dal suo libro ‘L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali’.
Nel quadro dei rapporti internazionali, il progetto L’Attrice e l’Attore Europei, nuova sfida comune di Teatro della Toscana e Théâtre de la Ville di Parigi, prosegue con Vinicio Marchioni già impegnato nella realizzazione della prossima fase, che vedrà giovani attrici e attori lavorare su Caligola di Albert Camus. Il progetto ha inoltre incontrato l’interesse del regista statunitense Bob Wilson che con la Pergola e il Théâtre de la Ville di Parigi avvierà un progetto di spettacolo attorno a Fernando Pessoa, che coinvolgerà anche il Teatro Stabile del Friuli, del Veneto e di Bolzano (maggio 2024).
“Sono orgoglioso della stagione che è attraversata da tematiche, spunti, imput differentissimi e molto provocatori: uomini ‘contro’, temi difficili, da non affrontare con superficialità e pregiudizio. Questa è una radice forte di questa stagione”, spiega a Novaradio il direttore della Fondazione Marco Giorgetti.