ROMA – Settimana decisiva per la Fimer di Terranuova Bracciolini, l’azienda valdarnese leader nel settore degli inverter che rischia di essere travolta, con i suoi 280 operai, da una crisi finanziaria che l’ha portata sull’orlo del fallimento, dopo lo stop all’atteso passaggio al fondo di investimento Greybull del gruppo Mclaren, che metteva sul piatto 10 milioni di euro, bloccato dalla attuale proprietà, la famiglia Carzaniga.
Fra 7 giorni, il 14 giugno, il Tribunale dovrà decidere se ci sono le condizioni per andare avanti e in che modo: ad esempio con la nomina di un amministratore straordinario che esautori i Carzaniga dal controllo dell’azienda e la traghetti verso il mantenimento dell’occupazione e il rilancio, come da alcuni giorni chiede a gran voce il governatore Giani, allineatosi alle richieste di sindacati e lavoratori, che da una settimana sono in presidio permanente all’interno della fabbrica.
Ieri all’incontro che si è svolto a Roma, il governo ha fatto sapere che il ministro Adolfo Urso “ha assicurato che il ministero metterà in campo tutti gli interventi necessari a risolvere la crisi”. Di fatti concreti hanno però bisogno i lavoratori, a partire da una presa di posizione chiara sull’amministrazione straordinaria e l’indicazione di una terna di nomi al Tribunale: “Il tempo stringe, l’udienza al Tribunale fra sette giorni è l’ultima possibilità per salvare l’azienda” dice Alessandro Tracchi, segretario Camera del Lavoro di Arezzo: “Si tratta di una delle più grandi crisi industriali, fino a pochi mesi fa i lavoratori erano oltre 500, ma che finora è stata sottovalutata perché non sono partiti i licenziamenti collettivi: che però potrebbero esserci tutti insieme se non si trova una soluzione”.