TOSCANA – “Il sovraffollamento dei pronto soccorso non è solo dovuto ai codici bianchi e azzurri, ma anche dai tanti pazienti cronici. Per risolverlo quindi bisogna agire anche nel realizzare la medicina di prossimità, gli ospedali di comunità e le equipe mediche specializzate in questo. Altro discorso è quello dei DEA, su sui pesa la scelta fatta negli ultimi 3o anni di utilizzare sia medici dipendenti che medici in convenzione, che sono il 60%. Per superare la carenza di organico e la fuga di personale, bisogna agire non solo sui numeri, ma sulla qualità del lavoro: trattamento economico ma anche diritti e serenità, a partire dalla legge sulla non punibilità dei medici se non in caso di dolo”. A parlare è Giorgio Fabiani, segretario toscano del sindaco autonomo dei medici SMI, che parlando a Novaradio così esprime le sue perplessità su alcune novità lanciate dalla Regione Toscana per alleviare il carico dei DEA, tra cui la predisposizione a breve di sezioni di guardia medica nei pressi dei Pronto soccorso dei maggiori ospedali come Careggi e Ponte a Niccheri.
Lo SMI è tra le sigle che aderiscono alla giornata di mobilitazione nazionale proclamata dall’intersindacale medica contro le politiche del governo in materia: dal mancato incremento delle risorse per il sistema sanitario all’estensione dei “medici gettonisti” (a chiamata) anche al di là del settore dell’emergenza urgenza, fino ai rischi su sistema sanitario del progetto di “autonomia regionale differenziata”: “La paura è diventi un vantaggio per qualcuno e uno svantaggio per qualcun altro – spiega a Novaradio – e dato che il carattere del sistema sanitario è pubblico, equo e solidale, siamo contrari”