FIRENZE – “Abbiamo fatto la nostra offerta, aspettiamo la risposta della banca, qualche settimana al massimo. Speriamo e preghiamo”. Così l’imam Izzedin Elzir, che parla stamani a Novaradio all’indomani della notizia della presentazione di un’offerta di acquisto, da parte della comunità islamica fiorentina, per l’ex filiale della CariFirenze (poi Intesa) di via Martiri del Popolo, a pochi passi dall’attuale sede della moschea di borgo Allegri, da mesi sotto sfratto esecutivo, la cui ultima proroga scadrà l’8 giugno prossimo.
Si tratta di 487 metri quadrati su due livelli, per cui è stata richiesta un’offerta minima da 1,25 milioni di euro. Un’ipotesi, quella dell’ex filiale, più volte circolata ma che sembrava non fosse possibile adibire a sala di preghiera. Decisiva la consulenza dei tecnici della comunità che hanno confermato come anche il livello interrato abbia piena abitabilità: “C’era altro spazio sotto, con altezza sopra tre metri, che può essere utilizzato secondo le norme di sicurezza” dice l’imam, spiegando che così si potrebbero realizzare due sale abbastanza ampie per uomini e per donne.
Quella dell’ex banca sarebbe forse la soluzione che meno sposta gli equilibri e la “logistica” della comunità (ed esempio con la possibilità di continuare a sfruttare, come avviene ora, i giardini del Gratta e Chelazzi nel caso di preghiere particolarmente affollate come per il Ramadan) ma non sarebbe comunque immediatamente disponibile. E quindi è escluso che la comunità abbandoni l’attuale sede entro l’8 giugno quando scade lo sfratto: “Chiederemo una proroga” dice Izzedin: “Ci vuole tempo per le pratiche. E poi avremo da fare dei lavori: conosciamo il luogo ma non abbiamo potuto vederlo dentro”.
Per il momento la comunità trattiene il fiato perché tutto fili liscio. Non sarebbe infatti la prima volta veder sfumare all’ultimo una possibile soluzione: è successo per l’ex fabbrica di via de Andrè e per un terreno lungo viale Europa. “Tutto può essere, ma la cifra è alta, oltre 1 milione,. Non penso che qualcuno metta tanti soldi solo per dare noia a noi”. E suoi soldi messi sul piatto dalla comunità islamica chiarisce: “Vengono tutti dalle sottoscrizioni fatte con i fedeli e i nostri sostenitori, cui poi aggiungeremo la richiesta di un mutuo”. In attesa di capire quale sarà la risposta della proprietà – che ha piena libertà di accettare o rifiutare – rimane l’interrogativo se circa 500 metri quadri per la metà interrati possano considerarsi una soluzione definitiva per una comunità che conta 30 mila persone, o se Firenze dovrò tornare ad affrontare il tema di un più ampio luogo di culto: “Facciamo un passo alla volta” si limita a dire Izzedin.