“Nel piano ci sta l’economia circolare e ciò che l’UE mette fuori dall’economia circolare, ossia i termovalorizzatori. E’ un tuffo nel passato, un incubo che ritorna, come quando Alia ritiene ancora attuale la proposta del termovalorizzatore di Case Passerini”. E’ una stroncatura senza appello quella che Rossano Ercolini, coordinatore del movimento “Zero Waste – Rifiuto Zero” e già vincitore del Goldman Prize (il più importante riconoscimento internazionale per l’azione in favore dell’ambiente) fa del Piano regionale dei rifiuti che la giunta ha trasmesso al Consiglio regionale. Un piano informato ai principi dell’economia circolare, ma che contiene anche le proroghe ai termovalorizzatori di Montale e Livorno, oltre ai progetti di nuovi impianti per il trattamento di rifiuti speciali presentati dalle aziende in risposta al bando regionale.
Perfino l’inceneritore di Case Passerini è considerato ancora attuale, come ha dichiarato solo ieri l’ad di Alia, Nicola Ciolini, parlando in commissione controllo a Palazzo Vecchio. “Per noi la partita degli inceneritori è chiusa, l’UE va in un’altra direzione. Purtroppo è drammatico che questa classe dirigente si attardi – attacca Ercolini – questi signori di Alia e la consorteria politica che li protegge sono fuori di testa”.
“Il gruppo dirigente di Alia è il problema” aggiunge: “Dovrebbero spiegare perché non si estende a tutta la Toscana il modello del nord della Toscana, con il 70% di differenziata a Lucca”. Nel mirino mette però anche la classe politica della Toscana Centrale: “Firenze che è al 40% di raccolta differenziata è quartultima tra le province”, vada verso i modelli virtuosi del porta a porta spinto, anziché quello dei cassonetti “intelligenti” che Ercolini ribattezza “deficienti”. “Firenze non è Los Angeles: se la provincia di Treviso con i suoi 600 mila abitanti è al 77% vuol dire che si può fare”. E anche Prato, dove il Sindaco Biffoni ad ogni occasione richiama la necessità di nuovi impianti, viene bacchettata: “Noi sono tre anni che diciamo di agganciare il Porta a porta che funziona alla tariffazione puntuale (più differenzi, meno paghi, ndr): solo così si può abbattere l’indifferenziato”.
E’ con questi elementi che i modelli alternativi agli impianti di incenerimento funzionano: “Come movimento Zero Waste abbiamo presentato un piano alternativo alla Regione: si può arrivare all’80% di differenziata e, con impianti adatti, a separare un ulteriore 10% del residuo da riciclare. In questo modo rimane un 10% di indifferenziato che può essere conferito nelle discariche esistenti, senza bisogno di inceneritori né gassificatori”