TOSCANA – Lo studio dell’Isola di Pianosa come caso esemplare dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche in contesti naturali isolati e poco antropizzati, le ultime scoperte dell’area archeologica della Linguella a Portoferraio, i pr0gestti di valorizzazione del complesso delle Grotte romane dell’Elba, del museo minerario MUM o dei progetti per lo sviluppo di un patrimonio collettivo a Capraia. Di questo e molto altro si parla domenica nel corso del convegno dedicato allo SMART, acronimo che sta per Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano, all’intesrno di TourismA, la tre giorni dedicata all’archeologia ospitata al Palazzo dei Congressi. Una realtà ancora poco conosciuta che riunisce qualcosa come 14 Musei, 3 Case del Parco, 3 aree archeologiche, 10 luoghi di interesse, 3 luoghi napoleonici, e che vive tutte le criticità – ma anche le opportunità – dei sistemi museali diffusi e periferici.
Tra i progetti di cui si parlerà nel convegno (dalle 11), in particolare anche quello denominato “Hydro-island”, che si è focalizzato sugli impatti dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche delle piccole isole e sui loro ecosistemi, e che ha fatto di Pianosa una area pilota per l’analisi dell’impatto del clinate change nel Mediterrane: con le sue caratteristiche idrologiche ed il suo ecosistema, l’isola è un sito di riferimento per definire gli aspetti di vulnerabilità, ma anche di resilienza, che i sistemi idrici insulari mostrano in uno scenario di cambiamenti climatici