TOSCANA -Le difficoltà del sistema sanitario in Toscana, ed in particolare di quelle dei Pronto Soccorso, sono sotto gli occhi di tutti: al grido di allarme lanciato alcune settimane fa dai medici dei reparti di emergenza con una lettera-appello firmata da 288 camici bianchi che si sono detti pronti alle dimissioni in massa, si aggiunge la protesta all’ospedale di Ponte a Niccheri degli infermieri e degli Oss delle sale operatorie, che hanno proclamato lo stato di agitazione, sospendendo ogni attività volontaria aggiuntiva, ovvero le ore che vengono fatte in più per smaltire le liste di attesa degli interventi chirurgici. “E’ stato fatto un turn over senza dare la possibilità al nuovo personale di formarsi adeguatamene, e così sui colleghi più anziani ricade un doppio lavoro: il proprio e quello di formazione” spiega Alfredo Mazzarella, Fp Cisl: “Per questo abbiamo chiesto alla direzione ospedaliera una riduzione temporanea delle attività, passando da 6 a 5 sale operatorie aperte ogni giorno, per dare modo ai colleghi di formarsi pienamente”.
Altro fronte caldo sono i Pronto Soccorso, alle prese con picchi di accesso dei pazienti, pazienti lasciati in barella per ore in attesa del ricovero, stress e frustrazione del personale e fuga continua degli operatori verso altri settori, mentre i concorso per il DEA vanno semi-deserti. Per dare una risposta, la Regione ha messo a punto un piano che si compone di interventi di carattere organizzativo e incentivi economici, che è stato illustrato ieri in Consiglio regionale dall’assessore Simone Bezzini: una delibera sull’innovazione organizzativa dei pronto soccorso, e una proposta di legge che prevede anche misure di incentivazione economica. Tra le novità allo studio, l’introduzione di due nuove figure negli ospedali – il “bed manager” con il compito di trovare posto ai pazienti in attesa di ricovero al DEA, e il “flussista”, infermiere con il compito di prendersi “carico” del paziente e “facilitare” i vari passaggi del suo iter in ospedale – ma anche l’estensione del “see and treat” infermieristico, l’apertura di ambulatori di primo livello vicino agli ospedali dove “dirottare” i codici meno gravi. Inoltre, un impegno sul fronte economico ad anticipare con fondi propri le maggiorazioni di stipendio che arriveranno dall’atteso prossimo rinnovo del CCNL.
“A una prima valutazione sono provvedimenti che vanno nella giusta direzione – dice Mazzarella – ma il vero problema è la mancanza di personale: senza nuove assunzioni non si possono aprire nuoci posti letto nei reparti che servono a dare risposta ai pazienti”.