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Donne e lavoro: anche in Toscana guadagnano meno a parità di mansioni. Un terzo a part-time: “Spesso proposto e imposto” – ASCOLTA

today07/03/2023

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    Sandra Burchi, curatrice ricerca Ires Cgil su occupazione femminile 07032023

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    Barbara Orlandi, Cgil Donne 07032023

FIRENZE – In Toscana le donne lavorano meno, e in peggiori condizioni rispetto agli uomini, con un divario di monte ore lavorate pari a 267,4 milioni di ore annue: quasi un terzo delle lavoratrici ha un part-time, e la disoccupazione femminile ha raggiunto a fine 2021 un livello pari al 19%. E’ ancora evidente il gap rispetto agli uomini, nonostante un tasso di occupazione femminile che dal 2014 è cresciuto “in maniera uniforme”.

E’ la fotografia scattata da Ires sull’occupazione femminile in Toscana: i dati sono stati presentati oggi, alla vigilia dell’8 marzo, nella sede regionale della Cgil, a Firenze. Lo studio evidenzia che il 67% delle toscane, con età compresa tra 15 e 64 anni, è attiva sul mercato del lavoro, percentuale inferiore rispetto agli uomini (80%).  A parità di mansioni inoltre le donne percepiscono stipendi inferiori a quelli degli uomini: il salario orario lordo delle donne è inferiore rispettivamente del 6,3% e dell’8,5%. Per quanto riguarda i nuovi posti di lavoro femminili emerge che il settore stagionale incide per il 17,3%, quello del lavoro intermittente per il 12,9% e quello della somministrazione per il 12,2%: tutte forme, è stato spiegato, “che segnano una distanza con i contratti maschili”.

“Cresce un po’ l’occupazione femminile ma – ha sottolineato la ricercatrice Sandra Burchi – dal punto di vista della qualità del lavoro questa non migliora. C’è molta occupazione a legame debole. A livello retributivo c’è poi un divario abbastanza consistente”. Secondo il presidente di Ires Toscana Giancarlo Francese “le criticità si sono accentuate. Nel momento di difficoltà e restringimento degli spazi nel mercato del lavoro si conferma ad una tendenza dove le donne lavorano meno: in molti casi sono più qualificate e istruite eppure vivono ai margini. Questo si riflette anche sull’aspetto economico”.

La responsabile del coordinamento donne Cgil Toscana Barbara Orlandi ha evidenziato che “il tema del part-time è proposto ma soprattutto imposto dalle condizioni esterne”, sottolineando anche il fenomeno della “segregazione lavorativa” delle donne in certi settori di occupazione. “Occorre liberare il tempo delle donne, con più servizi e sostegno pubblico” ha aggiunto, ricordando le proposte contenute nella piattaforma “Belle Ciao” della Cgil nazionale.  Imn questo senso, la decisione della Toscana di rendere gratuito l’asilo nido per le famiglie con meno di 30 mila euro Isee è “un primo passo in avanti”, così come apprezzabile l’idea di un “reddito di libertà” per le donne vittime di violenza o di mobbing sul lavoro.

Scritto da: Redazione Novaradio


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