MASSA – Mentre il centrodestra fa “harakiri”, silura il suo sindaco e si appresta a presentarsi alle prossime elezioni spaccato, le opposizioni – con il PD – è frammentato e incapace di trovare una proposta politica unitaria, con il rischio di veder realizzato lo scenario peggiore: che il ballottaggio si un affare interno al centro-destra. Succede a Massa, dove la scorsa settimana il sindaco Francesco Persiani è stato sfiduciato con i voti determinanti di FdI (e parte di FI), deciso a sostituirlo con il “suo” candidato, l’assessore ai lavori pubblici, Marco Guidi. Dall’altra il sindaco sfiduciato Persiani, appoggiato dalla Lega, ha già annunciato di voler ripresentarsi per un secondo mandato.
Una spaccatura del centrodestra che offre inedite opportunità alle opposizioni – tra cui il PD che ha perso il governo della città 5 anni fa – ma di cui non sembrano voler trarre profitto: i Dem cittadini sono ancora senza un candidato e senza una proposta in grado di riunificare attorno a sé il M5S e le altre formazioni; da settimane si parla di primari, ma nessun a decisione è stata presa, e già i primi nomi, come l’x parlamentare Martina Nardi, sono sfumati. il nordo dovrebbe essere sciolto entro nel prossime ore, ma i ritardi hanno portato ad alcuni candidati papabili a rompere gli indugi e presentarsi in modo autonomi: l’ex parlamentare Fabio Evangelisti, l’ex ambasciatore Cesare Maria Ragaglini e l’avvocato Guido Mussi. “In questo contesto – spiega a Novaradio Massimo Braglia, caposervizio de Il Tirreno – il rischio è che né Pd né altri riescano ad arrivare al ballottaggio, che sarebbe così un affare interno tra FDI e Lega”.