FIRENZE – “Penso che in questo momento penso non c’era altra soluzione: come sindacati è da luglio del 2022, e ancora prima, che facevamo presente sia la Consiglio di indirizzo e a tutte le persone che seguono che ci sarebbero probabilmente stati problemi di bilancio, di all’epilogo di oggi. Se la ‘macchina’ si fosse mossa prima non ci saremmo arrivati a questa situazione. Ora è passato tutto in mano alla procura, non possiamo fa altro che monitorare quello che accadrà e cercare di salvaguardare la produzione del Maggio, nel rispetto della città e dei lavoratori “. Così Angelo Betti, rappresentante sindacale della Fistel Cisl nel Maggio Musicale, stamani ai microfoni di Novaradio commenta le dimissioni del sovrintendente Alexander Pereira.
Il passo indietro volontario del sovrintendente del Maggio Musicale è arrivato ieri, ufficialmente per motivi di salute, al termine di settimane di crescente tensione e pressione sul sovrintendente, dall’indagine della Corte dei Conti sulle spese fatte da Pereira con la carta di credito aziendale fino all’apertura di un’inchiesta della procura sull’uso per spese correnti di parte dei 35 milioni di euro conferiti al Maggio per ripianare il debito pregresso. Negli ultimi giorni, poi, si erano diffuse insistenti voci di una richiesta di interdizione da parte della procura e di un possibile commissariamento da parte del Ministero, questioni su cui venerdì si è tenuto un teso incontro tra Pereira e Dario Nardella, sindaco e presidente della Fondazione del Maggio.
Stante la situazione dei conti – secondo più fondi il 2022 si chiuderà con un pesante passivo – il passo di lato riuscirà a salvare il Maggio? “La situazione di bilancio del 2022 non è in sicurezza, vediamo cosa succede di qui a primavera, il problema rimane l’utilizzo dei fondi per pagare gli stipendi, che però nessuno aveva detto essere vincolati. La legge Bray parla chiaro: se una delle Fondazioni non rispetta il bilancio, deve essere commissariata. Una scelta però che spetta al Ministro” dice Betti, che sui conti però bacchetta anche i soci della Fondazione: “O il Comune e la Regione potevano e possono sostenere quel tipo di bilancio, altrimenti i soldi dati al momento attuale non permettono che una programmazione che facevamo fino al 2018, di più modesto cabotaggio”