FIRENZE – “Il Pd deve cambiare tutto: bisogna tornare ad ascoltare i territori e a confrontarsi con i cittadini, per troppo tempo ci siamo chiusi nelle stanze della politica. E avere il coraggio di fare scelte politiche chiare” per “ridurre le diseguaglianze e difendere le classi più deboli”. Si presenta con una piglio radicale Emiliano Fossi, candidato alla segreteria del Pd Toscano per la mozione Schlein alle primarie regionali del 26 febbraio prossimo.
Classe 1973, una vita nel Pd come militante prima, poi come assessore e sindaco di Campi Bisenzio (per 10 anni) e da pochi mesi eletto deputato in uno dei collegi uninominali dell’area fiorentina, ai microfoni di Novaradio spiega i cardini del suo programma per il rinnovamento del Pd toscano: cambiare le modalità organizzative coinvolgendo più la base (iscritti e territori), l’abbandono dell’autosufficienza e l’apertura al confronto con l’esterno – compresi i potenziali alleati – e maggior coraggio nelle scelte, volte a un obiettivo: ridurre le disparità sociali e le diseguaglianze tra i territori, tutelare i redditi dei ceti più deboli, difendere scuola e sanità pubblica, rivendicare da governo risorse e investimenti necessari allo sviluppo.
Un esempio su tutti, quello della riforma dell’ “autonomia regionale” appena varata dal Consiglio dei Ministri e contro cui ora tuona l’intero Pd compreso il governatore, che pure nei mesi scorsi aveva plaudito al progetto ed in particolare alla possibilità per la Regione di “fare da sola” in tema di energia e beni culturali. “E’ un progetto pericoloso, unito all’idea di una riforma presidenziale. Dobbiamo mobilitarci”. E su questo Fossi non esita a bacchettare il governatore Giani: “Il Pd nazionale e regionale devono dire parole chiare. Mi pare che anche su questo ci siano state troppe ambiguità anche a livello regionale, anche da parte di autorevoli esponenti. Io sono perché su questo aspetto ci sia una posizione chiara, essere contrari a un disegno che finirà per acuire le diseguaglianze tra Nord e Sud Italia e tra aree della Toscana”.
Sulle infrastrutture, dice, “ci siamo a volte annodati” nel dibattito sull’aeroporto, ma bisogna pensare anche alla altre infrastrutture: “La Tirrenica, la FIPILI, su cui sono favorevole al pedaggiamento, da discutere in quali forme, come contributo necessario per lo sviluppo della Regione. Ma non solo: penso alle infrastrutture immateriali: la fibra per tutti i territori, ma anche la scuola”. Sugli impianti per lo smaltimento dei rifiuti e la vicenda del rigassificatore di Empoli ammette le carenze del Pd: “Il partito deve recuperare il ruolo politico, di armonizzazione tra le richieste dei privati e gli interessi dei territori e dei cittadini”, mentre sulla multiutility regionale dei servizi non nasconde le perplessità: “Le aggregazioni vanno bene ma va garantito il controllo pubblico con la governance”. E sulla quotazione in borsa tira il freno: “Discutiamone, cerchiamo di capire se questa è davvero la soluzione più giusta”.
Infine, sulle prossime sfide amministrative che il PD deve affrontare – su tutte Pisa, Siena, Massa – la strategia per Fossi, in questa fase, è quella del dialogo con la base e le geometrie variabili delle alleanze: “Siamo in una fase in cui siamo nell’angolo e molti scommettono sulla fine del Pd. Dobbiamo dare autonomia ai territori nella costruzione delle proposte locali, che guardano alla comunità e ai suoi bisogni, con un’intelaiatura civica forte. Non vuol dire che debba essere un candidato civico, ma che sia un interlocutore credibile della città. Poi va costruita una proposta politica che guarda a tutta l’alleanza di centrosinistra, indistintamente, e ci si prova con tutti, dialogando sui programmi. Poi spero che dal congresso possa uscire un Pd più forte che ci permetta di costruire un’intelaiatura di alleanza più definita”.