FIRENZE-A quasi ottant’anni dalla morte e in vista del Giorno della Memoria, le Gallerie degli Uffizi rendono omaggio al pittore espressionista tedesco, Rudolf Levy (Stettino 1875 – Auschwitz 1944), dedicandogli una retrospettiva a Palazzo Pitti da oggi, 24 gennaio, fino al 30 aprile. Le 47 opere in mostra raccontano la tormentata esistenza di Levy attraverso i suoi dipinti, dagli anni giovanili fino a quelli dell’esilio, tra cui gli ultimi trascorsi proprio a Firenze. Nel capoluogo toscano, è stato spiegato, Levy arrivò nel 1941, ma due anni dopo, il 12 dicembre del 1943, viene arrestato e incarcerato alle Murate, quindi trasferito a Milano a San Vittore. Il 30 gennaio 1944 è messo su un treno per Auschwitz, nello stesso trasporto di Liliana Segre. La sua presunta data di morte, nelle camere a gas, è il 6 febbraio 1944.
La mostra di Palazzo Pitti punta a far conoscere Levy al grande pubblico perché a causa della repressione nazista le sue opere andarono in larga parte trafugate o disperse. La mostra si articola in tre sezioni. La prima espone opere giovanili dipinte fino alla prima Guerra Mondiale, dove è forte l’influenza di Henri Matisse. I dipinti dal 1919 al 1933, periodo precedente all’esilio, costituiscono il secondo capitolo, mentre la terza parte rispecchia l’opera tarda nell’età dell’esilio. In aggiunta, ve ne sono altri mai esposti finora in Italia, che si trovano oggi in collezioni private e pubbliche, soprattutto in Germania. Infine, è dedicato un approfondimento agli oggetti appartenuti all’artista, come fotografie e lettere. Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ricorda che “di Levy gli Uffizi hanno acquistato nel 2020 uno splendido ritratto di ragazza, eseguito proprio a Firenze ed ora, in occasione del Giorno della Memoria, assolvono al dovere morale di raccontare la tragica vicenda del pittore. Vicenda che, si è scoperto, si intreccia brevemente con quella della senatrice Liliana Segre”.