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Sarah Caudiero, Si Cobas
PRATO – Si dovranno aspettare ancora tre mesi per capire se potranno tornare al lavoro o meno gli operai della stireria Iron&Logistics che l’azienda ha licenziato con un semplice messaggio al citofono.
Il Tribunale del Lavoro di Prato, chiamato a esprimersi su diciannove delle venti richieste di reintegra cautelare “di urgenza”, ha valutato che non sussistoni le ragioni di urgenza e ha rinviato ogni decisione al 31 marzo del 2023, quando inizierà il processo “ordinario”.
A dare la notizia è il sindcato Si Cobas, che avava avanzato le richieste di reintegra d’urgenza e che stigmatizza la decisione del Tribunale: “Con queste tempistiche non c’è davvero tutela nelle aule di Tribunale per chi perde ingiustamente il lavoro” si spiega in una nota. I lavoratori, ricorda il sindacato, sono stati licenziati il 1° aprile 2021 dalla coop in appalto TopLine, e da tre mesi sono senza stipendio e hanno ricevuto di Napi circa 650 euro complessivi.
Un boccone amaro da digerire per chi lotta da 20 mesi e che ancora non si vede riconosciuta giustizia, e anzi sembra aggiungere il danno alla beffa. Il 16 diebre scorso al tavolo di concertazione aperto in Regione l’azienda aveva accettato di reintegrare 9 dei lavoratori licenziati, salvo poi “rimangiarsi” gli impeni presi solo poche ore dopo. “Un comportamento inaccettabile, che si prende gioco dei lavoratori e delle istituzioni – attacca Sarah Caudiero, Si Cobas – senza che nessuna reazione da parte della Regione”.
Non solo. “Alcuni dei licenziati – aggiunge il sindacato – in questi mesi non potranno rinnovare il proprio permesso di soggiorno perchè è già scaduto e pochè scadrà prima del 31 marzo. “Nel dispositivo del giudice questo problema non esiste, per il Tribunale questa non è un urgenza. E’ invece il momento di dire che il lavoro dinitoso è l’urgenza di Prato” rivendica il sindacato, che promette azioni di mobilitazione e protesta già dalle prossime ore.