LIVORNO-Si è conclusa la giornata di accoglienza della seconda nave delle ong approdata nel porto di Livorno con 108 migranti. Le operazioni di sbarco della Sea Eye4 erano iniziate alle ore 8 di stamani dopo un lungo viaggio seguito a due salvataggi in acque libiche.
“Le condizioni dei migranti sono stabili,” spiega Marie infermiera della Sea Eye4 ai microfoni di Novaradio. “Hanno sofferto ipotermia, disidratazione per le temperature invernali che ci sono anche in Libia e nel Mediterraneo. Uno dei problemi più gravi sono le ustioni da gasolio che succedono che quando le persone stanno sedute per giorni nella barca e portano la benzina per far andare avanti la nave. La benzina poi reagisce con acqua del mare e con gli escrementi causando una reazione che brucia la pelle.”
“Tutti i nostri soccorsi sono partiti dalla Libia dove sappiamo che ci sono condizioni davvero disumane. Tutti hanno segni di torture, hanno fratture e hanno sofferto dei traumi dovuti alla prigionia. Per le donne in particolare la situazione è molto difficile. I 12 minori sono quelli che si sono ripresi più velocemente nonostante il lungo viaggio,” continua Marie.
Sulla scelta del porto Livorno: “Per noi è stato più difficile. Per legalità anche di scelte navali è necessario che venga assegnato il porto più vicino. Il nostro viaggio si è allungato di 5 giorni: dalla zona di soccorso della Libia fino a Livorno ci vogliono 5 giorni.” conclude l’infermiera “Livorno è stata molto accogliente con Croce Rossa, Misericordia e tutte le associazioni, Livorno ci ha accolto molto bene.” La Sea Eye4 a inizio gennaio è pronta a ripartire per il suo lavoro di salvataggio nel Mediterraneo a inizio gennaio.
Riguardo alla giornata di accoglienza dei migranti della nave Sea Eye4, anche oggi si è rimessa in attività la macchina di lavoro rodata ieri predisposta da Prefettura, Comune e Regione con il supporto delle associazioni di volontariato. “Oggi il meccanismo è stato più scorrevole. Alcune persone sono state portate in ospedale per approfondimenti, ” spiega Leonardo Tomassoli, responsabile area emergenze Misericordia Livorno. “Anche oggi le persone sbarcate avevano situazioni critiche ed erano piene di paure”.
Tra le tante associazioni di volontariato presenti c’era anche l’Arci a testimoniare la capacità di accoglienza della città. “La città ha risposto al meglio dal punto di vista organizzativo ma anche solidale e umana. Da una parte il lavoro effettuato la disponibilità dei volontari e anche i molti striscioni e cartelli affissi come “Welcome Refugees” e “Livorno antirazzista” e il ricordo delle leggi livornine,” spiega Alessio Simoncini, presidente Arci Livorno. “Livorno nasce come città accogliente ed è riuscita a mantenere questa tradizione forte.”