FIRENZE – Prima l’aumento dei costi organizzativi nei due anni di emergenza covid, poi la crescita della spesa per il personale causa adeguamento dei contratti di settore, ed infine l’impennata della bolletta energetica: per le Rsa e i Centri diurni della Toscana i costi sono aumentati su più fronti, senza però che vi sia stato un adeguamento alle quote di rimborso pubbliche della Regione, ferme dal 2010 (per le Rsa si tratta di 53 euro al giorno).
Per questo, dopo ripetuti gridi d’allarme, il mondo dell’assistenza sanitaria della cooperazione sociale in Toscana – 550 cooperativa con 30 mila addetti – ha deciso di scendere in piazza per un presidio sotto le porte della Regione, in piazza del Duomo, davanti alla presidenza della Toscana.
“Ad una struttura di Montemurlo è arrivata una bolletta da 28,00 mila euro, così si rischia la chiusura” dice Francesco Fragola, di Confcooperative Federsanità Toscana, che riunisce oltre 300 strutture che assistono qualcosa come 12.000 ospiti. “I costi per l’emergenza covid e l’organizzazione delle ‘bolle’ hanno inciso e incidono tutt’ora, perché le Rsa sono equiparate agli ospedali, lamenta una dipendente della Rsa San Salvatore. “Siamo preoccupati, se va avanti il posto per cui lavoro rischia di ridurre l’attività o chiudere” dice Roxana, lavoratrice della Rsa Canova.