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Elezioni. Nel Pd si parla di “analisi” ma si guarda già al prossimo Congresso – ASCOLTA

today27/09/2022

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TOSCANA – Dopo la batosta elettorale – che con 140 mila voti persi ha visto calare i consensi dal 29% al 26% fino allo “shock” dover cedere lo scettro di primo partito toscano a Fratelli d’Italia al Senato – le voci che dalla Toscana si levano per commentare il risultato elettorale, si concentrano più che sulla analisi delle cause, già alla fisionomia e all’identità da dare al partito nel prossimo congresso.

“Dobbiamo analizzare i voti, il primo punto serio di crisi del nostro partito è che abbiamo perso la nostra missione, non abbiamo chiaro qual è il blocco sociale che vogliamo davvero rappresentare” ha detto oggi Dario Nardella, sindaco di Firenze, che in molti già indicano come tra i possibili candidati alla segreteria (“ci rifletterò” ha detto ieri). “Dobbiamo fare un lavoro serio – ha aggiunto –  anche doloroso ma necessario per ripartire da zero, cominciando da questa domanda: quali valore e quale parte dell’Italia il Pd rappresenta? A Firenze abbiamo vinto non perché Firenze storicamente è di sinistra, anzi. Abbiamo vinto perché abbiamo lavorato sulle periferie”.

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    Elezioni. Nel Pd si parla di “analisi” ma si guarda già al prossimo Congresso – ASCOLTA Redazione Novaradio

Per Emiliano Fossi, sindaco di Campi Bisenzio e tra i pochi eletti del Pd nei collegi uninominali, parla dei risultati e del futuro del Pd: “Ora discussione aperta su temi e identità, niente nomi”. E sul Pd che vorrebbe aggiunge: “Dobbiamo tornare a parlare alle classi sociali più deboli. Le alleanze vengono dopo”.

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“Credo ci sia bisogno davvero di riflettere, di analizzare, e di farlo a fondo, senza reticenze, come in questi anni di fatto non abbiamo fatto, a livello nazionale ma anche in Toscana dove non governiamo più sette capoluoghi su 10” dice Alessandra Nardini (Pd), assessore all’istruzione della Regione Toscana e esponente dell’ex correntone zingharettiano, secondo cui c’è bisogno di “avviare una grande, nuova fase costituente” nel Pd. Secondo Nardini, “dobbiamo raccogliere tutte le energie positive che ci sono all’interno della società, dobbiamo ricostruire un campo largo fra tutte le forze che si riconoscono nel campo progressista, a partire dal fare una opposizione insieme, perché credo che questo sia fondamentale”. Per cui “credo si debba continuare quel percorso di cantiere che era stato messo in campo che a mio avviso deve continuare a includere anche M5s. Lo abbiamo visto con questa legge elettorale: chi non ha costruito alleanze poi è stato di fatto penalizzato”

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Anche un esponente dell’area più moderata, l’ex renziano di ferro ed ex segretario toscano del Pd, Dario Parrini, sottolinea l’esigenza di un rinnovamento profondo: “Dobbiamo analizzare gli errori fatti e anzitutto come ci rapportiamo ai bisogni, alle paure e alle speranze dei cittadini, metterci in discussione su tutto. Sarebbe bene che la rigenerazione riguardasse non solo il Pd, ma tutta l’area di centro sinistra complessivamente intesa, un’area che è netta minoranza in Parlamento pur avendo preso nel Paese più voti della destra”. Secondo l’ex sindaco di Vinci (Firenze), però “non è da sottovalutare il crescente astensionismo, un dato che ormai da anni è in aumento ma che non era mai aumentato così tanto da un’elezione all’altra. È un campanello d’allarme per tutti, vincitori e sconfitti. Dare risposte anche a quella parte di persone che non votano più, anche questo deve fa parte del processo di rigenerazione del partito”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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