FIRENZE- E’ dedicata al Messico la quinta edizione di “Entre Dos Mundos” il Festival del cinema iberoamericano di Firenze che dal 29 settembre al 2 ottobre torna al Cinema La Compagnia (via Cavour 50/R) con un ricco programma di appuntamenti. Una lunga carrellata di 27 proiezioni con 7 film, 10 cortometraggi, 10 documentari fra cui 10 anteprime europee e 8 italiane, per un’appassionante viaggio nel mondo della cinematografia messicana contemporanea a cui si affiancano incontri, eventi speciali e masterclass.
Il festival sarà anche in streaming su MymoviesOne e, in collaborazione con Sentiero Film Factory, nasce la nuova partnership con il festival messicano di Guanajuato il “GIFF” Guanajuato International Film Festival, che selezionerà un talento emergente del panorama cinematografico messicano per affiancare il vincitore della Sezione Remix Culture_Baltic’s Way di quest’anno in unaResidenza Artistica che si svolgerà a Firenze per due settimane. Il 5 e il 6 ottobre il festival prosegue inoltre con una seconda tranche del programma al Multisala Grotta di Sesto Fiorentino (via Gramsci 387).
“In questa quinta edizione – spiega Maria Lorena Rojas, direttrice del Festival Entre Dos Mundos – avremo un focus su uno dei paesi più vivaci e trainanti della cinematografia latino-americana, il Messico. Prenderemo spunto dalla visione di film importanti per discutere anche di sostenibilità ambientale, temi di attualità e relazioni interpersonali.Questo sguardo sui titoli più interessanti del nuovo cinema messicano caratterizza l’anima del festival, nato per creare un dialogo fra due mondi e due culture, quello dell’America Latina e quello italiano”.
La serata inaugurale di giovedì 29 settembre (ore 20.30) si apre con un’ importante anteprima italiana: *Una película de policías (2021) l’ultimo capolavoro di Alonso Ruiz palacios, Orso d’Argento al Festival di Berlino 2021. Già autore di Museo, storia vera di una folle rapina a Città del Messico e di Güeros, il suo acclamato film d’esordio, in questo nuovo docu-dramma scava nei meandri della corruzione della polizia messicana, una delle istituzioni più controverse del Messico contemporaneo.
Venerdì 30 settembre, evento speciale del Festival, è l’incontro con Bárbara Paz, una fra le più importanti attrici brasiliane, qui in veste di regista per presentare, dopo il suo debutto mondiale nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia, il suo affascinate cortometraggio Ato (2021), girato in Brasile durante il coronavirus (ore 18), a seguire la regista terrà una masterclass con Giovanni Bogani, critico cinematografico di QN.
Tra i titoli più attesi dei film in concorso: il neo-noir Los minutos negros (2021) di MarioMuñoz ci porta alla fine degli anni ’70, nella città petrolifera di Paracuán, dove il giovane tenente Vicente Rangel affronterà i giorni più bui della sua vita mentre cerca di catturare “Chacal” (lo sciacallo), un serial killer di bambine che si nasconde dietro una rete di corruzione e potere. Tratto dal romanzo di Martín Solares è pubblicato da Il Saggiatore (1/10 ore 20.30). Tengo miedo torero (2020) di Rodrigo Sepúlveda, il lungometraggio basato sul romanzo di Pedro Lemebel (pubblicato da Marcos y Marcos) ha richiesto più di dieci anni di lavorazione. Ambientato alla fine degli anni ’80 a
Santiago del Cile, il film racconta l’incontro tra /La Loca del Frente/, un vecchio travestito, e Carlos, un guerrigliero messicano. Il giovane salva La Loca dalla polizia e tra loro sboccia una relazione speciale, piena di dolore e boleri. Carlos chiede a La Loca di tenere in casa alcune scatole, ma non sa che dentro ci sono le armi per assassinare il dittatore Augusto Pinochet (2/10 ore 15.20).
Tra gli altri film in programma vedremo: Il debutto cinematografico di Arcadi Palerm-Artis con Oliverio y la piscina (2021), storia di un tredicenne che dopo il divorzio dei genitori e la morte improvvisa del padre impara a perdonare se stesso e gli altri, a recuperare la sua volontà di perseguire la felicità e forse anche ad innamorarsi (30/9 ore
21.10). El otro Tom (2021) di Rodrigo Plá e Laura Santullo, presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia (Orizzonti).
Dopo aver indagato le storture della sanità messicana in Un mostro dalle mille teste, Rodrigo Plà e Laura Santullo, co-regista e sceneggiatrice, raccontano il dramma di una madre alle prese con il disturbo psichico del figlio e l’ipermedicalizzazione dei bambini negli Stati Uniti (1/10 ore 15.00). In Deserto particular (2021) di Aly Muritiba si viaggia dal Sud al Nord del Brasile. Proiettato in prima mondiale alle 18me Giornate degli Autori di Venezia, questo dramma sentimentale sotto forma di road movie conduce il protagonista alla scoperta di un lato di sé inconfessabile, e con una buona dose di suspense tiene viva l’attenzione dello spettatore (2/10 ore 21).
Il Messico nei documentari
Una ricca sezione del festival è dedicata ai documentari: In Tijuana – Storie di confine (2022) di Matteo Abbondanza alcuni transfrontalieri raccontano cosa significa vivere nella città con la frontiera più transitata del mondo durante le coercitive politiche migratorie di Trump. La voce di Federico Quaranta accompagna la narrazione (29/9 ore 15). *Todas esas decisiones (2022) di Juan Ignacio Zevallos, il racconto intimo e personale di un viaggio in Iraq per registrare il pellegrinaggio di Arbain, un evento che sullo sfondo di un paese devastato dalla guerra ha coinvolto circa 20 milioni di persone (29/09 ore 16.30). Resurrección (2016) di Eugenio Polgovsky, giovane e pluripremiato autore, ci parla del Salto de Juanacatlán, una cascata un tempo conosciuta come “il Niagara messicano”, fonte di felicità e di sostentamento per le antiche città sulle sue rive. Tutto è cambiato
quando è stata creata una zona industriale sulle rive del fiume Santiago a Guadalajara. Negli ultimi trent’anni, le sue acque sono diventate tossiche, distruggendo tutto ciò che incontra, compresi i ricordi dei pescatori e dei lavoratori agricoli che hanno assistito alla scomparsa del loro mondo (29/9 ore 17.30). Dioses de México (2022) *di Helmut
Dosantos esplora le forme di resistenza alla modernizzazione nel Messico rurale, ritraendo la grande diversità delle popolazioni indigene e afro-discendenti in tutto il Paese (29/09 ore 18.20). Comala (2021) di Gian Cassini è il viaggio di un uomo per conoscere la storia del padre assente, un sicario fallito ucciso anni prima sulconfine messicano (30/09 ore 15.20). Cruz (2021) di Teresa Camou Guerrero è il racconto di un orgoglioso patriarca di un clan indigeno Rarámuri,fuggito dalla sua casa sulle montagne messicane, costretto a lasciare la terra ancestrale della sua tribù dai cartelli della drogae dalla loro violenza (1/10 ore 11.30). In Pele (2021) di Marcos Pimentel i muri della città di Belo Horizonte sono una tela di immagini e parole dipinte, murales e graffiti (1/10 ore 19). El círculo (2021) di Iván Roiz e Álvaro Priante, un ritratto crudo e scomodo sulla mascolinità (2/10 ore 11.30). Borom taxi (2021) *di Andrés Guerberoff, la storia di Mountakha, un migrante senegalese arrivato a Buenos Aires (2/10 ore 17).
In podcast, l’intervista Maria Lorena Rojas, direttrice del festival Entre Dos Mundos