FIRENZE – “Siamo di fronte alla reale possibilità che la Costituzione possa essere irrimediabilmente modificata, che i suoi principi possano essere spazzati via: non possiamo lasciar trasformare la funzione del presidente della Repubblica da custode e garante in quella di rappresentante di una parte”. Lo ha affermato Vania Bagni, presidente dell’Anpi di Firenze, intervenendo alle celebrazioni del 78/o anniversario della Liberazione della città. “Non possiamo rompere l’unità nazionale – ha aggiunto -, cosa che andrebbe ad aumentare in modo esponenziale e irreversibile le disuguaglianze, violando il principio di solidarietà e di uguaglianza. Le emergenze del paese, a cominciare dall’inflazione e dalla povertà, richiedono altre risposte”. Secondo Bagni “l’antifascismo, che oggi si declina nell’antirazzismo, resta la nostra identità nazionale”, nel momento in cui “la politica di austerità ha impoverito le persone, seminando sfiducia, e i movimenti di estrema destra fanno leva su questo sentimento”.
A parlare di possibile modifiche alla Carta è stato anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Cambiare la Costituzione è previsto dalla Costituzione stessa, ma non dobbiamo consentire che i valori e i principi della nostra Costituzione siano travolti, né oggi, né domani, né mai, perché è l’unica vera garante delle nostre libertà e dei nostri diritti” ha affermato Nardella. In chiusura del suo discorso sull’arengario, ha mostrato il registro degli ospiti del Comune con le firme di Adolf Hitler e Benito Mussolini, apposte in occasione dell’incontro trai i due a Firenze il 9 maggio 1938. “Questa piazza, allora, era gremita di seguaci del fascismo e del nazismo – ha ricordato – però c’era una minoranza di fiorentini che quella mattina chiuse le finestre delle loro case. Uomini come il cardinale Elia Dalla Costa invitarono anche i parroci a chiudere porte delle chiese, al loro passaggio. Quella è la Firenze che ricordiamo” oggi. Il sindaco ha osservato che adesso “non abbiamo paura del fascismo di ieri, ma siamo preoccupati per cosa succede oggi perché ancora oggi, sempre più di frequente, assistiamo a casi gravissimi di discriminazione, in ogni sua forma, e di indifferenza e violenza, di esercizio autoritario del potere, di limitazione dei diritti della persona, di indifferenza verso il pluralismo etnico e culturale. Ogni giorno leggiamo cronache di quella che ormai è diventata ordinaria discriminazione. E per noi celebrare la Liberazione significa combattere questi episodi, che hanno radici lontane ma si nutrono di nuovi scenari e di nuovi sentimenti”.
Il sindaco ha poi parlato del progetto di Museo della Resistenza che la città attende da anni, annunciando che sarà inaugurato nel 2024, nell’80/o anniversario dalla Liberazione. “Sarà un Museo diffuso – ha spiegato – all’interno delle nostre 12 biblioteche cittadine sparse per la città con il supporto dei nostri 5 Quartieri con i loro presidenti e Consigli, che sono i luoghi che più di ogni altro sono considerati luoghi di cultura e di memoria e che sono frequentati ogni giorno da moltissimi giovani, inglobando anche i luoghi che già sono parte della raccolta della memoria, come l’Archivio storico del Comune e l’Istituto Storico della Resistenza, che sta curandone i contenuti grazie ad un comitato scientifico”.