PISA – Incrociano le braccia domani gli addetti forestali dell’Unione Montana Alta Val di Cecina “delusi ed amareggiati”, spiega la Flasi Cgil di Pisa, per il modo in cui l’Unione Montana ha deciso di non rispettare l’impegni presi con la sottoscrizione del contratto integrativo firmato il 18 novembre 2021.
“I 26 addetti forestali sono quelli che intervengono nella cura del bosco in fase di prevenzione degli incendi – dice la segretaria Natasha – gli stessi che spesso vengono usati anche a sproposito per tagli di verde pubblico e nelle scuole, ma anche quelli che intervengono in emergenza a fianco dell’antincendio boschivo, in mezzo alle fiamme”. “I lavoratori – attacca il sindacato – non hanno più intenzione di prestarsi ai giochi di una politica che da giugno a settembre, quando rischiano la vita negli incendi li definisce eroi, che plaude al loro coraggio ed al loro spirito di abnegazione e che da ottobre a maggio li considera un costo oneroso per il quale non si trovano mai le risorse necessarie”.
“L’ accordo aveva valenza dall’1 gennaio 2021, ragion per cui i mesi di arretrati che l’ ente deve ai lavoratori sono ben 20” spiega Merola, che aggiunge: “Il contratto prevedeva fra i vari punti il riconoscimento del differenziale tra ciò che paga l’Inps ed il salario durante i periodi di cassa integrazione, punto che è diventato successivamente motivo di discordia, tanto da arrivare sul tavolo del Comitato Forestale, che non ha però potuto svolgere a pieno il proprio ruolo di conciliatore, e non è riuscito a far convergere le parti in causa”.
Durante uno dei numerosi incontri. lamenta il sindacato, il Presidente dell’Unione si era detto disponibile al pagamento ed il riconoscimento di tutti quei capitoli che non erano in discussione, salvo poi fare marcia indietro di fronte alla volontà dei lavoratori di non rinunciare all’ integrazione della cassa integrazione. “E’ solo l’inizio” preannuncia Merola, spiegando che il sindacato impugnerà l’accordo nelle sedi legali. “In caso di incendi, non sarà nostra la responsabilità ma delle istituzioni” rimaste sorde alle richieste dei lavoratori
