FIRENZE- Tornano in Toscana i piccoli ambasciatori e ambasciatrici di pace del Saharawi. Dopo due anni di sospensione, a causa della pandemia, è stato ripristinato il progetto di accoglienza grazie al quale ogni anno un folto gruppo di bambini trascorre un periodo di vacanza in Toscana, ospite di strutture o di famiglie.
Una delegazione composta da dieci bambini, dai loro accompagnatori, da alcuni volontari e guidata da Fatima Mahfoud, rappresentante del Fronte Polisario è stata ricevuta stamani in Regione dall’assessora regionale alle politiche sociali e alla cooperazione internazionale Serena Spinelli e dall’assessora regionale alle relazioni internazionali Alessandra Nardini.
“Per noi è davvero una gioia immensa rivedere i loro sorrisi,” spiega Nardini. “I piccoli ambasciatori e ambasciatrici di pace sono qui perché non cali il silenzio sulla battaglia pacifica che stanno portando avanti per vedersi riconosciuto il diritto all’autodeterminazione.”
Il progetto di accoglienza di quest’anno è stato realizzato dal Comune di Pontassieve e dai Comuni del Valdarno e della Valdisieve insieme all’Associazione Saharawi e alla Rete Saharawi. All’incontro hanno partecipato anche il vice sindaco del comune di Pontassieve Carlo Boni e il Presidente dell’Unione dei Comuni Valdarno e Val di Sieve Vito Maida.
Sentiamo Andrea Artenzioli, Associazione Saharawi Pontassieve
Si tratta di un segnale ufficiale di rilancio di una esperienza che dura da oltre 30 anni e che ha portato sin qui in Toscana oltre 3.000 bambini e bambine Saharawi. Un segno, anche questo, del forte legame fra la Toscana e il Popolo Saharawi e l’adesione alla sua battaglia per l’indipendenza e la libertà. Un conflitto dimenticato, quello dei Saharawi che da oltre 40 anni chiedono l’autodeterminazione racconta Fatima Mahfoud, Fronte Polisario