CARRARA – Dopo quattro giorni di sciopero e blocco delle cave, Cgil, Cisl e Uil sono riusciti a portare gli industriali del marmo ad un accordo sul contratto di lavoro provinciale del settore lapideo. I termini dell’accordo, sostenuti al tavolo conclusosi ieri sera a ora tarda tra sigle sindacali e Confindustria, vedono l’introduzione di un meccanismo che, attraverso permessi speciali retribuiti, permetterà di ridurre l’orario di lavoro con un pacchetto di 32 ore nelle cave di marmo e uno di 16 ore nei laboratori e segherie, nel periodo maggio-settembre. “E’ passato il concetto che rivendicavano i lavoratori – dice Nicola Del Vecchio, segretario Cgil Carrara – ossia lavorare meno, lavorare meglio”.
La vertenza è andata avanti no stop – con cessazione delle attività e varie forme di protesta -, per giorni trovando momenti di ‘muro’ contro muro’ tra le parti. Ora, la soluzione. Secondo quanto riporta la Cgil di Massa Carrara sono stati confermati anche i “9 euro di presenza giornaliera, con ottenimento di 3,4 euro giornalieri per assiduità lavorativa al ‘monte’ e 2,5 euro al ‘piano’ (che equivalgono ad ulteriori 17 euro al monte e 12,5 euro al piano); aumento di 200 euro della quota di welfare che si aggiunge ai 358 euro già ottenuti, arrivando così ad una cifra di 558 euro, passaggio da 5,21 a 8 euro per i ticket restaurant, con un aumento netto per i lavoratori di circa 850 euro annui, e rimborso invece della quota mensa per chi ha la mensa aziendale al 95% quando oggi era all’80%”. Il nuovo contratto di lavoro entrerà in vigore retroattivamente dalla scadenza del precedente integrativo, ossia dal primo gennaio 2022.