FIRENZE – “Sono qui a ribadire l’assoluta estraneità dell’ingegner Mauro Moretti da questi fatti. So che è un dato che non fa piacere ascoltare, ma significa dire una verità processuale e confrontarsi con dati storici che sono la verità del processo”. Così l’avvocato Ambra Giovene, difensore di Moretti, ogg al processo di appello bis sulla strage ferroviaria di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009. L’udienza odierna è dedicata alla difesa dell’ex ad Rfi e FS – condannato a 7 anni di reclusione in appello, sentenza poi riformata dalla Cassazione, che ha fatto decadere l’aggravante dell’infortunio sul lavoro e mandato in prescizione del accuse di omicidio colposo – che oggi è presente in aula.
Riguardo alla valutazione della riduzione di velocità dei treni merci, come elemento colposo nel disastro ferroviario di Viareggio (Lucca) del 29 giugno 2009, per l’avvocato Giovene “non corrispondeva al mandato” di Moretti e non venne ordinata “perché non ha rilevato nulla che imponesse questa regola cautelare”. Il legale , ha anche sottolineato l’assenza di norme europee in merito; la riduzione della velocità “è elemento che patisce una ovvia interdipendenza rispetto alla tracciabilità” dei carri. “Non esiste la velocità di linea – ha concluso -, che appartiene a tutti i carri merci che viaggiano sulle linee nazionali”.
L’avvocato Giovene ha criticato l’impostazione delle accuse fatte per “trascinare le responsabilità dei dirigenti Fs” dietro “condotte colpose estranee alle norme”. In particolare, secondo la difesa dell’allora capo gruppo FS, la rottura dell’assile del carro cisterna è il perno della vicenda, ma “questo non bastava per individuare responsabilità colpose italiane e si è andati sul picchetto” dei binari”. “La rottura dell’assile avrebbe riguardato solo imputati tedeschi”, mentre “l’accusa individuò una connotazione che può trascinare intere responsabilità dei dirigenti del gruppo Fs”. Le difese hanno sempre attribuito la causa dello squarcio del vagone con gas Gpl – da cui gli incendi che causarono 32 morti nelle case e nelle strade vicino alla ferrovia – alla ‘piegata a zampa di lepre’, espressione gergale che indica un elemento degli scambi, cosa diversa dai picchetti lungo i binari, che però non è stata riconosciuta in sede di giudizio di merito.