FIRENZE – I controlli sul materiale rotabile ferroviario circolante in Italia sono di competenza dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansf) dal 2008, quindi né dirigenti del gruppo Fs, né Rfi – che ha competenza per l’infrastruttura – avevano più la diretta competenza per prendere provvedimenti specifici quando il 29 giugno 2009 si verifica il disastro ferroviario di Viareggio (Lucca). Lo ha evidenziato al processo di appello bis in corso a Firenze l’avvocato Carla Manduchi, che difende sia l’ex ad di Rfi Michele Mario Elia sia anche Rfi spa, società citata come responsabile civile. In aula anche oggi c’è per la terza udienza di fila Mauro Moretti, ex ad di Fs e Rfi, imputato. Moretti segue di persona, come anche oggi, le difese dei dirigenti del gruppo a cui sono state dedicate le udienze più recenti. Nella difesa di Elia, l’avvocato Manduchi, tra i temi, ha fatto riferimento alla rottura dell’assile corroso al carro merci con gas Gpl da cui il deragliamento del convoglio causando incendi, distruzioni e 32 morti fra gli abitanti.
“Se l’assile che si è rotto nel carro merci di Viareggio è arrivato in Italia nel marzo 2009, come si fa a ritenere responsabili di questo persone”, dirigenti di società del gruppo Fs, “che interagivano precedentemente sui controlli al materiale rotabile?”, ha spiegato l’avvocato Manduchi. “I controlli sul materiale rotabile – ha proseguito – col decreto ministeriale del 16 giugno 2008, come è pacifico, pure nelle sentenze, sono passati all’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria (Ansf)”. Da tale data “tutto ciò che riguarda la sicurezza e i controlli del materiale rotabile in Italia, doveva essere comunicato dalle imprese ferroviarie all’Ansf”, quindi, ha sottolineato Manduchi, “non c’entra più nulla Rfi, non c’entra più nulla l’ingegner Michele Mario Elia”. L’argomento “è evidente a chiunque, dunque perché mi devono accusare di un fatto che interviene” a Viareggio “quando io non ho più nessuna competenza ad assumere un provvedimento in merito?. Non si può dire ‘Tu dovevi escludere un carro dalla circolazione’, perché in realtà l’elemento che si è rotto”, l’assile, “è stato introdotto nella circolazione italiana a marzo 2009″ quando Ansf aveva piena competenza”.
Per l’avvocato Carla Manduchi, che ha affrontato il tema della tracciabilità dei materiali rotabili e delle prassi di sicurezza attuate in ambito ferroviario, in realtà “né Ansf né Eba”, l’agenzia tedesca, “hanno adottato misure” specifiche sul controllo dei carri, ma anche risalendo negli anni precedenti, sui controlli dei carri esteri ci furono “scelte di alta amministrazione assunte prima del 2005 , che non potevano non essere adottate dai tecnici” così come anche da Elia. Anche per tali aspetti, il difensore ha detto che “manca la misura soggettiva della colpa in capo ad Elia” ricordando vari provvedimenti sulla sicurezza che l’ex ad di Rfi aveva fatto alla direzione tecnica tra cui “una specifica disposizione per applicare controlli specifici a materiale rotabile nuovo, che per la prima volta transita sulla rete Fs italiana”, oppure un altro “nel 2001 in cui adotta un sistema della gestione della sicurezza che anticipò l’obbligo normativo. Questo gli viene riconosciuto, e lo fece prima che lo imponesse l’Europa”. Il legale ha ricordato che Elia introdusse tra le misure “il sistema di controllo della marcia-treno, la diagnostica mobile per verificare che la rete fosse in perfette condizioni, il controllo delle temperature delle boccole per anticipare i surriscaldamenti, i sistemi di rilevamento della temperatura dei freni” e altri provvedimenti “fatti nella sua veste di direttore tecnico”.
All’udienza, per la terza volta consecutiva in questa fase del processo, era presente anche l’allora ad del gruppo FS, Mauro Moretti, tra gli imputati per disastro ferroviario dopo essersi avvalso della prescrizione che ha fatto decadere l’accusa di omicidio colposo plurimo. “In queste udienze ho sentito esporre cose, argomenti interessanti” ha dichiarato Moretti, dicendosi “sereno” riguardo l’esito del processo. Michele Mario Elia, uscendo dall’aula ha brevemente commentato che “il tema della tracciabilità è stato esposto con chiarezza”.