MADRID – Il calcio in volto subito da Niccolò Ciatti nella discoteca Sant Trop di Lloret de Mar fu inferto per infliggergli “il massimo danno possibile” e fu così “violento” da poter risultare addirittura “letale”: è quanto raccontato dagli amici del ragazzo, ucciso nel 2017 nel corso di una vacanza in Spagna, nel corso del processo iniziato ieri al Tribunale Provinciale di Girona contro l’uomo accusato dell’omicidio, Rassoul Bissoultanov, e il suo presunto complice Movsar Magomadov. Lo riporta l’agenzia di stampa catalana ACN, ripresa da media locali.
Gli amici di Ciatti sinora sentiti dal giudice, quattro dei quali sono considerati testimoni oculari, hanno insistito sul fatto che Niccolò era già a terra quando fu colpito da quel calcio, il cui autore, secondo loro, sapeva colpire in quel modo “da professionista”. Ciatti, secondo anche quanto ricostruito dal pm, che chiede 24 anni di carcere per l’accusato, era già stato infatti colpito da Bissoultanov con almeno un pugno. D’altro canto, aggiunge l’ACN, non c’è unanimità tra i testimoni sul presunto ruolo di Magomadov, che la procura, a differenza della famiglia della vittima non ritiene complice bensì semplicemente un testimone. Oggi dovrebbero tenersi le deposizioni dei genitori di Niccolò.