FIRENZE – Il filo dell’arte e della cultura come legame tra i popoli e messaggio di pace. Firenze chiama Kiev, ancora una volta. E, ancora una volta, lanciando con un’iniziativa di cultura un chiaro messaggio per richiamare alla necessità di fermare le ostilità
Dopo il David di Michelangelo listato a lutto, stavolta è l’opera di un altro gigante dell’arte a farsi simbolo della richiesta di pace: la cosiddetta “Pace di Kiev”, originale in gesso della statua in marmo che l’artista realizzò nel 1812/15 per un nobiluomo russo: trasferita negli anni ’50 a Kiev per volere di Krushev, ora “imballata” per proteggerla dagli effetti dei bombardamenti russi sulla capitale ucraina.
L’opera arriva in prestito dalla gipsoteca di Possagno diretta da Vittorio Sgarbi, che proprio quest’anno celebra i 200 anni dalla morte dell’artista: “Ho pensato che Firenze, gemellata con Kiev, fosse il luogo migliore per lanciare il messaggio – ha detto il critico d’arte – e cioè che la guerra, chiunque la faccia, crea solo sconfitti e distrugge l’arte”
“La guerra, la violenza e il terrorismo colpiscono l’arte e la cultura perché sono il simbolo di un popolo – ha detto il sindaco di Firenze Nardella, ricordando la distruzione del monastero cinquecentesco vicino a Mariupol, ma anche la ferita dell’attentato all’Accademia dei Georgofili -ma la cultura è anche l’antidoto. In questo senso Nardella ha in mente il rilancio e il rafforzamento del legame tra le due cità, attraverso : “Tra i punti che intendo proporre al sindaco di Kiev Klithscho – ha deto – proprio una collaborazione tra il museo di Kiev e le nostre istituzioni culturali”
L’operazione nasce in virtù di una collaborazione con il Museo Novecento di Firenze, ed è esposta nella sala di Leone X, poco lontano dal Salone dei 500 dove è ospitato un altro prestito d’eccezione in queste settimane in mostra a Firenze, il “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo. “Pace e lavoro, il messaggio è duplice” sottolinea Sergio Risalti, direttore del Museo 900.