ROMA – Per la ex Gkn, oggi Qf, “l’accordo deve essere rispettato, i soggetti interessati alla reindustrializzazione si presentino al tavolo“. Così la Fiom e la Cgil dopo che oggi si è tenuto un incontro al Mise al quale dovevano essere presenti i soggetti interessati alla reindustrializzazione dello stabilimento di Cambi Bisenzio (Firenze), ma che invece non si sono presentati.
“Oggi tali soggetti non erano al tavolo” denunciano Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom nazionale, Daniele Calosi, segretario generale Fiom Firenze, Prato e Pistoia, e Silvia Spera, area politiche industriali per la Cgil nazionale: “La loro partecipazione era prevista, da accordo, entro marzo 2022, siamo alla fine del mese di aprile e non abbiamo traccia di questi soggetti. In questa situazione non ci sono le condizioni per procedere all’accordo di cassa integrazione per transizione, in quanto a oggi mancano gli investitori, la presentazione di un piano industriale vincolante e ben dettagliato e di un piano riguardante la formazione professionale necessaria per la transizione industriale, che sarà finanziata anche da fondi pubblici”.
Al termine dell’incontro, ce n’è anche per la Regione Toscana: “Finora è stata assente – dice ancora Calosi a Novaradio – faccia sentire la sua voce”
>>> Ascolta l’intervista a Daniele Calosi, segretario Fiom Firenze
“La cassa per transizione è uno strumento che dura 24 mesi e non possiamo lasciare senza certezze i lavoratori” dicono ancora i rappresentanti sindacali. “L’assenza degli investitori – dice Daniele Calosi, segretario Fiom Firenze – non può essere giustificata dall’attesa dell’interlocuzione con il Governo. Inoltre siamo interessati a conoscere le dimensioni di eventuali finanziamenti derivanti dalle risorse del Pnrr“. “Riteniamo – fanno sapere – che sia opportuna una nuova convocazione del tavolo con tutte le parti interessate, con la garanzia della presenza dei soggetti reindustrializzatori. Nel frattempo – concludono – siamo disponibili a utilizzare un ammortizzatore sociale che garantisca la copertura salariale dei lavoratori come la cassa integrazione ordinaria”.