TOSCANA – Forti contraccolpi per le aziende alle importazioni dalla Russia più che a quelle rivolte all’export, inflazione in crescita per tutti e 2200 euro di aumenti in media a famiglia per bollette e carburante. Sono le previsioni dell’Irpet, l’istituto di programmazione economica della Regione.
Se la Russia si isolasse e smettesse di fare acquisti, il Pil toscano si ridurrebbe di 0,6 punti percentuali: un impatto non trascurabile, ma neanche eccessivamente preoccupante. La più esposta è l’industria dei macchinari, a seguire industria estrattiva, meccanica di precisione, industria chimico farmaceutica e altri comparti della metalmeccanica. La moda dipende dalla domanda russa per l’1,1 per cento; ma visto il peso del comparto in Toscana, che vale oltre un quarto dell’intera produzione industriale, non è una cifra da poco.
Il rischio maggiore si gioca sulle importazioni dalla Russia piuttosto che sulle esportazioni: i settori estrattivo, della raffinazione petrolifera e delle utilities. Sull’aumento di beni e servizi, si stima il rischio di un’inflazione annua aggiuntiva del 3,5 per cento, con punte del 13,6 per cento sulle spese legate al riscaldamento e illuminazione della casa.
La guerra porterà l’incidenza della spesa per l’energia in media al 14% del bilancio familiare, pari a qualcosa come 2200 euro di spesa media aggiuntiva a famiglia nell’arco di un anno. Con un peso maggiore, in percentuale, sulle famiglie con i redditi più bassi, dove la spesa per luce, riscaldamento e carburante potrebbe incidere per oltre un terzo del reddito disponibile.