TOSCANA – Sull’emergenza umanitaria e l’arrivo dei profughi dall’Ucraina parte della Protezione civile toscana, “la disponibilità è totale” ma “al momento non sono chiari gli aiuti” da fornire. A dichiararlo stamani a Novaradio è l’assessora toscana alla protezione civile, Monia Monni, dopo che ieri il governo ha dichiarato lo stato di emergenza sui profughi. “L’unico aiuto ufficiale che è stato chiesto, è stato chiesto proprio alla Toscana, che ha già attivato la CROSS, il coordinamento per le maxi-emergenza che ha sede a Pistoia, e stiamo raccogliendo farmaci anche dalla altre Regioni per inviarle nelle zone di guerra”. “E’ un’emergenza molto delicata, e chiaramente c’è bisogno di un coordinamento europeo che assegni le quote dei rifugiati alle varie Nazioni, e un coordinamento nazionale che assegni alle varie Regioni le quote, anche a seconda della disponibilità unanime già formulata da parte di tutte le Regioni”.
“Noi abbiamo a disposizione il sistema degli alberghi sanitari, che in questo momento fortunatamente sono scarichi ha aggiunto Monni, confermando quanto detto nei giorni scorsi dal governatore Giani – precisando però che ancora è tutto da capire con precisione quanti siano i posti utilizzabili: “Faremo oggi una ricognizione” sugli alberghi sanitari, dichiara Monni, “anche perché dobbiamo confrontarci con la sanità, come Protezione civile non abbiamo il quadro dell’occupazione attuale degli alberghi e delle convenzioni attive, ma possiamo comunque attivarne di altre: il sistema è flessibile e offre centinaia di posti. Tutto dipende da quanto sono i bisogni, siamo in grado di tararci sui bisogni”.
Lo stesso vale anche anche per la raccolta di materiali da inviare agli Ucraini. “Vediamo che nascono, ed è bellissimo, raccolte spontanee, ma non sappiamo di cosa hanno bisogno e dove consegnare il materiale. Siamo al tavolo del Dipartimento” nazionale della Protezione Civile, e in contatto costante con la Protezione civile nazionale, e pronti ad attivarci con tutto quello che serve”. Però – osserva ancora – non si può procedere alla spicciolata, c’è bisogno di molta organizzazione, perché questa crisi è complessa, potrebbe essere anche molto lunga e c’è bisogno di strutturare gli aiuti in maniera efficace”.
“Il Dipartimento nazionale ha convocato tutte le Regioni: ancora poco sapiamo su quali siano i bisogni, e ci aggiorniamo ora per ora a seconda di come procede la situazione” che determinerà “l’intensità e la durata degli aiuti da mettere a disposizione” spiega Monni, precisando: “Ci sono tre livelli: la solidarietà ‘a specchio’ organizzata dalle singole associazioni che hanno un contatto sui territori in guerre e che intervengono su richieste specifiche. C’è il livello del Ministero dell’Interno attraverso i Cas che si è già messo in moto”. E infine, ha aggiunto, “c’è un livello più strutturato che sarà quello che si definirà tra Dipartimento di Protezione Civile e Interni per capire come la Ptrotezione Civile interverrà negli spazi che si verranno a creare”