FIRENZE – “Ho avuto modo comunque di parlare con il ministero, ho avuto le rassicurazioni che il nuovo amministratore delegato proseguirà sulla linea del rafforzamento del Monte e delle sue condizioni di sviluppo per non dover essere diviso in spezzatino”.
Sulla defenestrazione dell’ad di Mps Guido Bastianini, “licenziato” dal Cda a favore di Luigi Lovaglio, il governatore Eugenio Giani getta acqua sul fuoco delle polemiche -che egli stesso aveva alimentato lanciando un “altolà” nei giorni scorsi sul possibile cambio al vertice. “Quando ieri si presenta un bilancio che vede nel 2021 ottenere 310 milioni di euro di utili, cosa che non avveniva da più di 10 anni”, questo consentiva “la conduzione di una strada giusta” in direzione “dell’autonomia e del rilancio del Monte”.
Eppure sindacati e lavoratori rimangono molto preoccupati: il passaggio della direzione del gruppo a Lovaglio, fa presagire un cambio di strategia – non più quella del tentativo di “standing alone”, e piuttosto quella di una più rapida uscita dello Stato dal capitale e il “matrimonio/vendita” con un partner industriale privato. “Nessuno pensi che si possano imporre sacrifici unilaterali ai lavoratori” avverte Federico di Marcello, rappresentante Fisac Cgil Mps: “serve chiarezza da parte del Mef, che continua a rifiutare un confronto”.