FIRENZE – Urne aperte per tutta la giornata di oggi fino alle 23 nello stabilimento della ex Gkn di Campi di Bisenzio – ora QF – per le operazioni di voto dei lavoratori sull’accordo quadro sulla reindustrializzazione siglato nei giorni scorsi al Mise tra azienda, sindacati, governo e istituzioni locali. Tra i punti qualificanti, il mantenimento dei livelli occupazionali e dei diritti contrattuali acquisiti, tutele per i lavoratori dell’indotto, ammortizzatori sociali per transizione, corsi di formazione, partecipazione dei rappresentanti sindacali al monitoraggio dell’avanzamento della reindustrializzione; entro il 15 febbraio dovrebbe essere comunicato il soggetto incaricato della reindustrializzaizone e il progetto produttivo.
Ieri l’accordo è stato illustrato all’assemblea dei lavoratori, che al termine dell’incontro sono usciti in corteo dallo stabilimento recando due striscioni, con le scritte “Continuare a convergere e a insorgere” e “Tenetevi liberi per marzo”, inviti che sono “rivolti a tutta la galassia di solidarietà e di supporto che si è sviluppata attorno a questa lotta”, spiega il Collettivo di Fabbriac, che ieri non ha rilasciato dichiarazioni sul merito dell’accordo.
E se, a meno di clamorosi sviluppi, l’esito del voto sembra scontato, il Collettivo di fabbrica: “Gli accordi si ottengono e si difendono con la
mobilitazione”, “continuiamo a sentirci a guardia di una fabbrica per il territorio e nell’interesse di tutti” dice Dario Salvetti, che a Novaradio ricorda: “L’accordo è solo una tappa, l’obiettivo è non solo salvare i posti di lavoro, ma il futuro produttivo dei lavoratori e di quelli collegati. Il rischio è ritrovarsi con una Gkn svuotata senza ancora quella nuova, con la prospettiva di un periodo di cassa lungo”. “L’accordo – aggiunge – può essere considerato una vitoria alle condizioni date, ma è una sconfitta perché lo stabilimento chiude, e vanno perduti una fabbrica e le competenze professionali in un settore come l’automotive che in Italia vede a rischio 50 mila addetti”
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