TOSCANA – Migliaia di studenti in quarantena – circa 12 mila in Toscana – con centinaia di classe in Dad, docenti ammalati e presidi costretti a ridurre l’orario scolastico, famiglie alle prese con la gestione dei figli a casa e la ricerca disperata di un tampone. Le difficoltà che vive la scuola anche nella nostra Regione accolgono il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, oggi a Firenze per un convegno all’Istituto degli Innocenti e poi a Sesto Fiorentino all’inaugurazione del nuovo liceo Agnoletti.
E il ministro ha risposto, in primis al grido d’allarme lanciato dal presidente dell’Associazione presidi, Giannelli, secondo cui il 50% delle classi in Italia è costretta alla didattica in remoto: “Ancora una volta il presidente dell’associazione nazionale presidi dà dei dati, noi abbiamo i dati, li stiamo elaborando, li daremo quanto prima e saranno i dati ufficiali” spiegando che saranno illustrati domani alla Camera. Altro tema sul tappeto, la questione delle regole per la quarantena nelle scuole, su cui il ministro si è detto aperto a dialogo, al tempo stesso gettando acqua sul fuoco dell’allarme per i contagi a scuola: “Stiamo ascoltando veramente tutti e stiamo trovando il modo per permettere a tutti di gestire al meglio una situazione, che però come avete visto anche voi, è gestibile e sotto controllo”.
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I protocolli in vigore sono diversi a seconda dell’età dei ragazzi: alla primaria in caso di 1 contagiato la classe osserva una autosrveglianza ed effettua i tamponi t0 e t5, ma con 2 o più contagiati si va tutti a casa; alle medie e superiori con 1 contagiato, i compagni possono rimanere in classe con mascherina Ffp2, nel caso di 2 contagiati rimanfono in classe solo i vaccinati o guariti da meno di 4 mesi, e con 3 contagiati scatta la DAD. Regole che in molti,dai governatori ai sindaci, chiedono di cambiare nel senso di una maggiore semplificazione: tra questi, quello toscano Eugenio Giani: “Il virus è molto diffuso, ma meno incisivo di come lo conoscevamo e quindi anche a scuola dobbiamo prendere coscienza che se si decide di tornare in presenza si va a scuola in presenza, non possiamo metterci a conteggiare i 2/3/4 ragazzi positivi che determinano la quarantena per tutta la classe. Ritengo che serve un meccanismo che isola i positivi, ma lascia strutturalmente le classi in presenza”.
Tra le proposte, quella di estendere le stesse regole delle superiori anche alle primarie, rilanciata dall’assessora alla scuola fiorentina Sara Funaro e sostenuta dal sindaco Nardella: “In questo modo aumenteremmo la possibilità di rimanere in presenza in classe nel caso delle primarie, dando una mano alle famiglie”.
Ad attendere il ministro a Sesto anche un piccolo presidio di protesta organizzato da un gruppo studenti medi che chiedono più sicurezza nelle scuole (esposto lo striscione “Rientro insicurezza”) e contestano al governo di aver poco investito sulla sicurezza nelle scuole. Presente anche una rappresentanza di lavoratori della ex Gkn con il ‘classico’ striscione ‘Insorgiamo’.
Secondo i sindacati, invece i problemi della scuola erano evidenti già prima della riapertra, ed è stato un errore non affrontarli dandosi più tempo: “Ci sie è incaponiti nel tornare a scuola perché non si poteva chiudere, ma era chiaro che sarebbe stato il caos” dice Claudio Gaudio, Cisl Firenze -Prato