FIRENZE – Il consiglio comunale di Firenze ha approvato a maggioranza (a favore Pd e Lista Nardella, astenuti o contrari tutti gli altri gruppi) la variante urbanistica per la trasformazione dell’ex caserma Vittorio Veneto, da qualche tempo acquistata dal magnate argentino Alfredo Lowenstein dal Demanio. Nell’area nascerà un resort di lusso.
Il progetto, spiega l’amministrazione comunale, prevede l’inserimento di un mix di funzioni in modo da non snaturare il carattere identitario del complesso che, per la prima volta, si aprirà all’accessibilità pubblica. Sarà poi realizzata una nuova terrazza-giardino verde panoramica con accesso diretto da vicolo della Cava e anche un parcheggio interrato. Non sarà realizzato, inoltre, il collegamento tra Boboli e Forte Belvedere. Dalle compensazioni dovute arriveranno 2,2 milioni di euro dal privato per interventi di riqualificazione della zona.
“Nessun fiorentino è mai entrato nel complesso di Costa San Giorgio – ha detto l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re che ha presentato le delibere -. Questo perché si tratta di un bene che nasce come bene privato, appartenuto per cinque secoli alla Chiesa e poi passato al ministero della Difesa, quindi di proprietà pubblica ma per gli usi esclusivi di caserma. Nel prossimo Piano operativo attiveremo ogni strumento utile non solo a incentivare il recupero dei beni da parte di proprietà pubbliche e private, ma introdurremo anche strumenti per penalizzare le proprietà che lasciano a lungo i propri beni privi di vita e di funzioni”.
“Non ci piegheremo mai alle pressioni conservatrici dei soliti comitati del no che dicono no a tutto. No a Vittorio Veneto, no alla ruota panoramica, no alle infrastrutture. Se in sette anni e mezzo di sindaco avessi dovuto ascoltare questi soggetti a Firenze non avrei spostato neanche un paletto. La nostra posizione è chiara” ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella: “Ho ricevuto – ha aggiunto – un mandato che è quello di dare una destinazione a tutti i ‘buchi neri’ della città. Non c’è più un’area rilevante della città rimasta abbandonata, senza progettualità. La polemica sterile non serve alla città, siamo tranquilli e determinati ad andare avanti in questa direzione che è stata riconosciuta positivamente anche dalla stessa Soprintendenza. I membri del comitato del no hanno sempre avuto la stessa posizione sulla città”. L’operazione su Costa San Giorgio è “di salvaguardia, restauro e valorizzazione. Lo Stato si è disfatto di Costa San Giorgio, noi siamo intervenuti su quella che è un’opera privata.
Veementi le critiche da parte delle opposizioni all’approvazione della variante urbanistica: da destra con la Lega e FdI, dal M5s. Durissimo Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) che parla di “imbarazzante irresponsabilità di sindaco e giunta. Al governo di questa città c’è la certezza di aver ‘bisogno del lusso’, ritenendolo l’unica possibilità per non vedere il territorio privo di risorse economiche”.
Ad opporsi al progetto anche un ampio fronte fatto di cittadini e residenti, comitati e associazioni, intellettuali e esperti di beni culturali, che avevano firmato un accorato appello perché l’amministrazione comunale e la maggioranza ripensassero le loro scelte e si aprissero al confronto. Dopo l’approvazione ora sembra che non ci sia altra via che lo scontro. “Ci sono ancora margini di manovra, e sono tutti politici, fatto salvo la valutazione tecnica della Sovrintendenza – osserva ancora Palagi, sottolineando come ancora il progetto definitivo debba essere approvato da Comune – e si possono porre molti vincoli. fare di questo territorio un territorio ostile ai resort di lusso sarebbe positivo”. “Tra gli strumenti utili – aggiunge – intanto il blocco del PUC, il piano unitario convenzionato, e la riapertura di un confronto con governo e Cdp. E’ vero che è complicato ma nessuno ci impone di trasformare Costa San Giorgio in un retort di lusso e farne un immobile a uso pubblico. E’ difficile e complicato ma non impossibile, soprattutto in relazione alle risorse in arrivo dall’UE con il Pnrr”.