FIRENZE – La Rsu del Comune di Firenze ha dichiarato lo stato di agitazione di tutto il personale di Palazzo Vecchio. “Lo stato delle relazioni sindacali – spiegano in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil – ha toccato il suo punto di minimo storico con la deficitaria gestione dello smart working. Molti dirigenti del Comune di Firenze, in seguito al Decreto Brunetta dello scorso settembre, hanno imposto ai propri dipendenti il rientro in presenza a partire dal 18 ottobre, sancendo nei fatti il superamento di qualsiasi ipotesi di lavoro agile nonostante che il Comune di Firenze abbia da tempo il Piano operativo lavoro agile”.
Non ci è stato comunicato – si precisa – se il datore di lavoro e il responsabile del servizio prevenzione e Protezione abbiano verificato che all’interno dei luoghi di lavoro siano rispettate, con il rientro in presenza, le condizioni di sicurezza, visto che lo stato di emergenza Covid19 non è ancora terminato. Si evidenzia come la più importante tra le questioni, trasversale, generale, che riguarda tutti, anche i cittadini, sia la carenza di personale. Se molti servizi nella nostra amministrazione vanno avanti è grazie alla grande abnegazione delle lavoratrici e dei lavoratori che si sentono in prima persona responsabili dell’erogazione dei servizi ai cittadini. Siamo stufi – è la conclusione – di una amministrazione che gioca ormai da troppo tempo a nascondino con le lavoratrici e i lavoratori del Comune di Firenze”.
“Il lavoro agile è stato usato per mascherare le difficoltà, il vero problema è che in molti uffici il personale è insufficiente”: servizi demografici, scuole materne e asili, urbanistica e edilizia sono alcuni degli uffici in cui i dipendenti rimasti non riescono a far fronte alle richieste de cittadini” dichiara stamani a Novaradio Roberto Bologni della Rsu All’origine c’è l’effetto dei pensionamenti e dello stop a nuove assunzioni degli ultimi anni. Il Comune replica ricordando come in questi giorni siano stati avviati i concorsi per la selezione di nuovo personale: 1000 persone in 3 anni: “I nuovi concorsi? Per il 2021 le nuove assunzioni in programma sono pari solo a 70 unità”.
Lo scontro sul rientro dallo smart working si affianca al tema del green pass: “Secondo le nostre stime – aggiunge – la quota di lavoratori priva della certificazione verde è minima, pari all’1%. Però visto che la legge chiede il green pass, il Comune dovrebbe attivarsi per rendere il suo ottenimento più semplice: ad esempio stipulando convenzioni con laboratori di analisi per consentire tamponi a prezzi calmierati.
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