ROMA – La strage alla stazione di Viareggio del 29 giugno del 2009, che costò la vita a 32 persone, avrebbe potuto essere evitata da una corretta manutenzione del carro, che invece sarebbe stata omessa in modo sistematico. Così i giudici della Cassazione nelle motivazioni della sentenza che l’8 gennaio scorso ha sancito 11 condanne per disastro ferroviario colposo. Gli ermellini hanno anche ritenuto nulla la rinuncia alla prescrizione fatta da Mauro Moretti nel processo di secondo grado; l’ex ad di Fs e Rfi dovrà decidere se rinunciarvi nell’appello bis disposto a suo carico. Tra i reati dichiarati prescritti dalla Cassazione anche quello di omicidio colposo plurimo, per il venir meno dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza su lavoro.
Quando alla prescrizione del reato di omicidio colposo plurimo, venuto meno per la caduta dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, per la Cassazione le vittime non sono assimilabili a lavoratori. “L’integrazione dell’aggravante – spiegano i giudici – richiede che l’evento, anche quello occorso in danno di un terzo, sia concretizzazione del rischio lavorativo, ovvero del rischio di nocumento del lavoratore in conseguenza dell’attività espletata o del terzo che si trova in analoga situazione di esposizione”. Secondo la corte poi l’aggravante viene meno anche perchè la contestata violazione della regola cautelare della riduzione della velocità a 60 km/h al passaggio in stazione di carri cisterna “è stata individuata ex post”: quando avvenne il disastro non era una regola prevedibile.
Sulle responsabilità dovute agli omessi controlli, invece la Cassazione è stata netta: “Il controllo sulla correttezza della manutenzione – affermano i giudici riprendendo quanto sostenuto dai colleghi della corte di appello di Firenze – avrebbe evitato il sinistro, perché sarebbe emersa l’assenza della documentazione inerente la storia manutentiva del carro e dei suoi componenti e quindi esso sarebbe stato escluso dalla circolazione”. Il deragliamento del carro, ribadisce la Cassazione, fu causato dalla “rottura di un assile dovuta alla presenza di crateri di corrosione che avrebbero dovuto essere rilevati in occasione della manutenzione eseguita presso la Jughental ma anche presso la Cima Riparazioni”. Deficit riparativi definiti “non occasionali bensì sistemici”, tanto più che il rischio di rottura degli assili per l’esistenza di corrosioni era “certamente noto agli operatori del settore”.
Riguardo a Moretti, condannato a 7 anni, pena poi confermata nel processo di appello, e alla sua rinuncia alla prescrizione tutto da rifare per la Cassazione perchè la sua dichiarazione, “volta a rinunciare alla prescrizione per tutti i reati che fossero stati estinti”, “non può ritenersi efficace” perché fatta prima del verificarsi dell’estinzione del reato. “Il rimedio – sostengono – può essere rivenuto nel riservare al giudizio di rinvio la verifica della volontà dell’imputato di rinunciare alla prescrizione dei reati di omicidio colposo”. La decisione pertanto è rimandata al processo di appello bis disposto per alcuni degli imputati.