CAMPI BISENZIO (FI) – “Come ministero del Lavoro e come ministero dello Sviluppo economico agiamo in modo compatto e unitario e lavoriamo perché si possa contrastare un atteggiamento che non è solo inaccettabile nella forma ma anche nella sostanza”. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ieri si è recato al presidio degli operai della Gkn che va avanti dal 9 luglio scorso, quando l’azienda ha annunciato la chiusura dello stabilimento e il licenziamento di tutti i dipendenti. “Un tavolo nel quale ci si siede con la comunicazione di 422 licenziamenti come un fatto compiuto non è un tavolo, e a quel tavolo non ci si siede”.
“Credo che per riprendere la strada del dialogo – ha detto ancora Orlando, in serata alla Festa dell’unità di capraia e Limite – sia necessario rivedere questa decisione e poi insieme, affrontare le possibili strade per dare una prospettiva occupazionale ed industriale ad una realtà produttiva importante come questa”.
Oggi pomeriggio alle 15.00 in Prefettura a Firenze è fissato il secondo incontro del tavolo di crisi aperto dal Mise: tra i presenti la viceministra Alessandra Todde, “plenipotenziaria” per contro dell’esecutivo. Il comitato di fabbrica ha organizzato, in contemporanea all’incontro, una serie di presidi a Firenze: un gruppo si ritroverà in piazza Beccaria, un altro nei pressi della stazione SMN, un terzo alla Fortezza da Basso, con volantini, trombette, striscioni e fumogeni.
Continua intanto la mobilitazione a fianco dei lavoratori: ieri tre ex presidenti della Regione – Vannino Chiti, Claudio Martini e Enrico Rossi – hanno presentato un comitato a sostegno che ha raccolto oltre 6.000 adesioni dietro l’appello rivolto direttamente al governo e al premier Draghi, perché promuova un’azione diretta. “serve un provvedimento che imponga dei limiti alle multinazionali, quando esse decidono di delocalizzare per ragioni di profitto” ha detto Rossi. “Questa battaglia – ha spiegato Martini – deve avere alle sue spalle il più ampio sostegno popolare”.